Diritti allo stomaco (nel nome del vax)

Nella guerra al Covid sono ammessi anche i ‘colpi bassi’. Da consumarsi davanti a un bel piatto caldo, però

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo l’editoriale apparso su Ticino7, allegato a laRegione.

Lo scontro all’ultima iniezione dei vaccinati contro i non vaccinati segna punti inattesi. Te ne accorgi quando, alle prime piogge, con lo smartphone alla mano e un indecifrabile codice in bianco e nero, ti ritrovi di fronte al cortese collaboratore di un ristorante self-service. Tu entri, la coppia davanti a te invece (al massimo) può portarsi via qualcosa da consumare dove capita, ma lontano da qui, visto che di terrazze non ce ne sono. E non sono gli unici: dentro al ritrovo i tavoli liberi non si contano, lì dove (solitamente) prima dell’introduzione del lasciapassare dovevi arrivare con ampio anticipo se ambivi ai posti più ricercati accanto alle grandi finestre.
“Mi sa che dobbiamo vaccinarci…” , commentano tra loro degli studenti appena respinti. A questo punto, assodato che la pancia del popolo pensa profondo e parla chiaro, la nuova strategia della Confederazione per convincere chi ancora è nel dubbio sarebbe già bell’e che pronta: “Senza vax niente (pommes) frites”. Proviamo.

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