Il fantacalcio, i gonfiabili degli adulti

Se non ne fai parte non puoi capire che cosa si prova a smazzare giocatori e a costruire squadre immaginarie. Ma potresti rimanerne affascinata, chissà…

Di Laura Borselli

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione.

Il lievito facilmente disponibile nei supermercati, le scorte di farina stabili in casa, l’abitudine di avere sempre in tasca una mascherina da indossare alla bisogna sostituita da quella di dimenticarsela sempre più spesso (e doverne comprare di nuove). Ma forse il segnale più grande che siamo in una fase nuova è il rinnovato entusiasmo dei maschi. Che hanno smesso di essere nervosi smart worker a tempo pieno e ritrovano vecchie passioni quasi sepolte e incomprensibili ai più: il fantacalcio.
Condividono la convocazione con la solennità di una riunione di condominio cruciale: “Non aspettarmi, mercoledì c’è l’asta”. Si preparano, non rispondono al telefono, le donne restate in casa a governare la prole li immaginano come Fantozzi in canotta di fronte alla tv con birra ghiacciata e rutto libero, ma chi li ha visti da vicino dice che c’è qualcosa di più. Nessun relax, nessun abbandono agli istinti: qui il tifo dev’essere governato dalla strategia, dalla competizione, dall’agonismo matto e disperatissimo di chi deve a ogni costo avere la formazione vincente. Durante la settimana, poi, si accusano a vicenda di essere diventati tifosi della propria fantaformazione più che della propria squadra del cuore. Alcune di noi, privilegiate proprietarie di case grandi e non sovrappopolate, sono chiamate a ospitare le aste che si svolgono in presenza. Nei giorni precedenti chiedono consigli su cosa preparare a cena per cotanta competizione: suggeriamo cose nutrienti, soddisfacenti ma soprattutto semplici da mangiare. Come se dovessero prendere la borraccia con una mano sola in bicicletta mentre scalano il Monte Bianco.
Chi li ha visti da vicino dice che le similitudini con i compleanni dei bambini si sprecano: percepiscono la solennità della situazione, si ingozzano con voluttà per poi lasciarsi andare. Diventano a tutti gli effetti minorenni ai gonfiabili, con l’unica differenza che tolgono le scarpe (se gli adulti in casa lo permettono) senza indossare gli antiscivolo. Danno il peggior spettacolo di sé abbandonandosi agli istinti più vitali. A guardarli, accomodati nelle sedie dedicate a chi non entra e non toglie le scarpe, adulte attonite e curiose. Scandalizzate, ma allo stesso tempo attratte da una gioia tanto selvaggia e incomprensibile.

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