Che meraviglia il gufo reale

Vola di notte silenzioso. È un uccello maestoso, quando è giorno non sta sveglio, per lui il buio è molto meglio. Della notte è il re! Il suo nome sai qual è?

Di Chiara Piccaluga

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione.

Il gufo reale, specie Bubo bubo, è un rapace notturno, il più grande d’Europa. Abita in foreste alpine e si spinge sino a un’altitudine di duemila metri, dove trova i nascondigli a lui più consoni. Nelle pianure lo troviamo solo nelle grandi foreste, in particolare nei boschi con scarpate rocciose. È presente, anche se non molto frequente, in quasi tutta l’Europa, nell’Africa settentrionale e in gran parte dell’Asia, mentre non vi sono individui nelle isole britanniche, nella Francia settentrionale, in Olanda e in Danimarca.

Una vista notevole

Si distingue dagli altri rapaci notturni sia per le notevoli dimensioni sia per gli evidenti ciuffi auricolari. Presenta un corpo massiccio lungo 60-75 centimetri e possiede un’apertura alare di 160-190 centimetri. I due sessi sono simili e il principale carattere distintivo è la mole: la femmina pesa 2-2,5 chilogrammi ed è più grande del maschio che può pesarne 1-2. I ciuffi auricolari, che nulla hanno a che fare con le orecchie, hanno diverse funzioni: ad esempio sono utili per mimetizzarsi, per riconoscere gli individui appartenenti alla stessa specie e per trasmettere uno stato emotivo. L’eccezionale vista è garantita dai grandi occhi arancione-gialli disposti frontalmente. Il morbido piumaggio è bruno-nerastro con una fitta macchiettatura sulla testa e sulla fronte, striature nere sono presenti sulla testa e sul dorso, e il sottogola è bianco. Il petto è castano ed è sempre più chiaro del dorso. Il disco facciale è caratterizzato da un piumaggio scuro. Anche le zampe, estremamente robuste e munite di artigli possenti, sono ricoperte da un fitto piumaggio fino alle unghie. L’ottima vista, grazie ai grandi occhi posti in posizione frontale, è associata a una elevata mobilità del collo, che permette di muovere il capo in direzione orizzontale e verticale, ruotandolo anche di 270 gradi. Questa mobilità compensa l’incapacità di ruotare gli occhi, e le movenze del capo permettono di assumere informazioni sulla posizione di un oggetto, variando il cosiddetto punto di osservazione. L’udito è intensificato dalle penne disposte a disco attorno agli occhi che fanno apparire la faccia dell’animale piatta e che, coprendo le aperture auricolari, convoglia le onde sonore verso l’orecchio. Altro fondamentale adattamento è la capacità di volare in assoluto silenzio, grazie alla superficie alare, che permette planate e volteggi, alle piume soffici e vellutate, e all’estremità sfrangiata, simili ai denti di un pettine, delle penne delle ali, che garantisce una minore resistenza all’aria. Tutti questi adattamenti consentono di giungere sulla preda improvvisamente, giocando tutto sull’effetto sorpresa.


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Un grande cacciatore

Questo grande predatore notturno, la cui azione è paragonabile a quella diurna dell’aquila, è in grado di cacciare sia appostandosi sia inseguendo la preda. Il gufo reale è estremamente adattabile sotto il punto di vista alimentare: si può nutrire, infatti, di piccoli invertebrati (come coleotteri), di mammiferi di media taglia (come caprioli), e di uccelli di dimensioni variabili (come colombi, tetraonidi ecc.), inoltre è in grado di cacciare rapaci diurni e notturni. Esce al tramonto e all’alba in cerca di prede, in particolare piccoli mammiferi e uccellini, mentre di giorno resta nelle fessure delle rocce o fra i rami degli alberi, tenendo le penne aderenti al corpo e i ciuffi delle orecchie abbassati. Aggredisce lepri, conigli, galli e fagiani di monte, anatre, pernici, oche, arrecando gravi danni tra i volatili domestici. La presa delle sue zampe gli permette di stritolare prede particolarmente grosse come volpi, ricci o corvi e cornacchie, ed è anche per tale motivo che il gufo reale risulta particolarmente temuto dagli altri uccelli. Come anche altri rapaci notturni, il gufo reale ingoia le prede intere, e nel caso che queste siano troppo grandi le dilania con il becco. Ciò che non riesce ad assimilare, come pelle, piume, peli, ossa, viene rigettato sotto forma di piccoli gomitoli, detti borre, che è possibile trovare a terra durante le escursioni nei boschi.


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Animale da difendere

In Svizzera, come nel resto d’Europa, è considerata una specie protetta; dopo un drastico declino demografico tra il 1950 e il 1980, numerose popolazioni hanno cominciato a riprendersi anche se molto lentamente. È tornato a ripopolare alcune zone da tempo abbandonate, ma allo stesso tempo ne ha abbandonate altre. La sua sopravvivenza nelle nostre regioni è ancora troppo fragile tanto che per evitare la sua scomparsa dalla primavera del 2002 la divisione “Biologia della conservazione” dell’Istituto di Zoologia dell’Università di Berna ha lanciato un progetto di ricerca applicata per lo studio del comportamento e delle abitudini di questi rapaci, oltre ovviamente a un censimento preciso e alla comprensione dell’habitat in cui vive.


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