Giada Olivotto e la ‘cura’ per l’arte

‘La discussione e l’inclusione di diversi punti di vista è centrale nella creazione di progetti artisti’. E lei, classe 1990, ci mette anche del suo…

Di Keri Gonzato

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Nata a Locarno, è una curatrice indipendente. Vive e lavora tra Roma e Lugano, la sua ricerca personale oscilla tra fenomeni storico-comunitari e collettività femministe. È condirettrice del collettivo e dello spazio espositivo Sonnenstube a Lugano, gestisce con Camilla Paolino lo spazio virtuale e radiofonico Canale Milva ed è parte del board team di Platform. Recentemente è stata in residenza artistica a Parigi negli spazi della Cité Internationale des Arts e, col duo Fattucchiere (insieme a Marta Margnetti), all’Istituto Svizzero di Roma e al Nida Art Colony (Lituania).

Dall’alto dei suoi 32 anni si ammira un panorama intrigante e l’ultimo anno è stato fondamentale. “È stato intenso e difficile, ma mi ha reso molto felice”. Soddisfazioni sudate che sono arrivate con l’inaugurazione, dopo diversi anni di lavoro, della mostra Fotoromanza nello spazio Le Commun a Ginevra: “Un riconoscimento da parte della città che è stato importante nel mio percorso professionale”. A questo si è aggiunta la vincita degli Swiss Art Awards con il collettivo Sonnenstube. “Questo premio ha permesso al nostro collettivo di avere una residenza in Ticino dedicata alle Arti Visive”, spiega. “Subito dopo sono stata selezionata a Roma all’Istituto Svizzero dove, insieme a Marta Margnetti, ho potuto immergermi nella ricerca sul femminismo italiano degli anni Settanta e di quello odierno in relazione anche al collettivo napoletano delle Nemesiache”. Lavorare con colleghi e artisti che stima e ammira la rende particolarmente contenta: “La collaborazione è per me fondamentale nella produzione di esposizioni; penso infatti che la discussione e l’inclusione di diversi punti di vista siano oggi centrali nella creazione di progetti artistici”.


© G. Olivotto

Con la valigia sempre pronta

Dopo dieci mesi di residenza artistica a Roma, terminati lo scorso giugno, Giada Olivotto ha fatto giusto in tempo a lavare i panni e ributtarli in valigia. Sempre assieme a Margnetti, con il duo Fattucchiere, è ripartita per un’altra residenza artistica a Nida, in Lituania. “Nida Art Colony è uno spazio d’arte e d’incontro, circondato da dune di sabbia e mare”, ci spiega. “Si tratta di una piattaforma per progetti artistici, educativi e di ricerca che ospiterà la mostra Sweet Dreams Foundation alla quale siamo state invitate a prendere parte”. Giada racconta che cerca sempre di organizzarsi in modo da riuscire a viaggiare per ricerca due o tre mesi all’anno: “Viaggiare è fondamentale per il mio lavoro e per la mia ricerca curatoriale. Muovermi mi permette di alimentare le connessioni con artiste e artisti svizzeri e internazionali e di entrare in contatto con esperienze organizzative e curatoriali nuove e diverse da quelle che si possono generare in Ticino”.
Allo stesso tempo, Giada si sta dedicando al progetto luganese Residenza Souvenir Souvenir (souvenirsouvenir.ch). Uno spazio creativo nel quale il collettivo nato in Ticino Sonnenstube (diesonnenstube.ch) – formato da Giacomo Galletti, Giada Olivotto, Gabriel Stöckli, Sandro Pianetti e Gianmaria Zanda – ha vinto nel 2021 gli Swiss Art Awards nella categoria ‘Curatela-critica-edizioni’. “Un programma di residenza dedicato ad artist∂, ricercator∂ e curator∂”, continua Giada. “Il programma 2022 si tiene fra aprile e settembre; è pensato per essere un invito esteso a tutte/i le/i partecipanti all’esposizione degli Swiss Art Awards 2022”. Le artiste e gli artisti, per un periodo massimo di cinque giorni consecutivi, hanno la possibilità di stabilirsi temporaneamente nella Svizzera italiana, ponendosi in diretto contatto col tessuto sociale e la scena artistica ticinese e favorendo la costruzione di reti di scambio culturale. Microresidenze nate con l’intenzione di gettare le basi per la costruzione di una residenza stabile al Sud della Svizzera. Lo spazio Sonnenstube è aperto ad attività, esposizioni, performance, incontri e all’occorrenza atelier, così come a un serrato supporto curatoriale e la messa in relazione con professionist∂ del settore, spazi e associazioni ticinesi.


© Sandro Pianetti – Sonnenstube offspace

Sostenere le buone idee

La verità è che lavorare come curatrice e vivere di arte in Ticino è difficile: “Nel nostro cantone le cose si muovono molto lentamente e spesso dei progetti che funzionano da decenni nel resto della Svizzera qui sono poco conosciuti o non vengono considerati importanti”. Ma per Giada “vivere di arte” è non solo una professione importante all’interno del panorama culturale attuale, ma è anche un modo per diventare attiviste della cultura indipendente e autodeterminarsi all’interno di un territorio difficile e angusto.
E poi ci sono gli incontri e le relazioni interpersonali: “In generale sono molto contenta della struttura e della rete di supporto che si è creata nella scena artistica della mia generazione”, commenta Giada. “Sono circondata da persone, professioniste/i, che hanno voglia di proporre e di sperimentare in diverse direzioni”. In Ticino esistono poche realtà che si stanno rafforzando e che stanno dimostrando la loro professionalità e la loro determinazione: “Spero che le istituzioni aiutino nei prossimi anni queste importanti realtà a emergere a livello svizzero e internazionale sostenendole e rendendole più forti e meno precarie”.
I percorsi curatoriali di Giada dimostrano come la figura curatoriale stessa sia parte dell’opera. “In questo momento della mia vita sono fondamentali tutte le pratiche politiche legate all’auto-organizzazione e il femminismo intersezionale, due vie attraverso le quali sto costruendo e scoprendo dei paesaggi nuovi e incredibili. Ora che sono tornata in Ticino sono contenta di poter riprendere con la quotidianità del collettivo Sonnenstube, a lavorare al progetto radio Canale Milva e a Fattucchiere. E poi l’estate è sempre un ottimo momento per pensare a progetti futuri…”.


© G. Olivotto


‘CRASH TEST’. Con Yoan Mudry e Oliviero Fiorenzi. Mostra curata da Giada Olivotto per Sonnenstube, Spazio Morel (2019)

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