Sulla strada
Di laRegione
Nei giorni della chiusura di questo numero di Ticino7 la cronaca non ha, ahinoi, risparmiato parole e tristi immagini per chi guida una due ruote. Come l’ennesimo incidente con esito mortale per un centauro 72enne, molto esperto, vittima di uno scontro in Valle Verzasca. Ma le cadute e gli infortuni che coinvolgono i motociclisti – nella maggior parte dei casi con ferite ed escoriazioni anche di una certa gravità – sono molti, molti di più. Nei dati statistici resi noti lo scorso aprile dalla Confederazione si contavano nel solo 2018 ben 42 decessi legati all’utilizzo di motoveicoli, a cui vanno sommati altri 5 morti tra chi guidava dei ciclomotori. Un dato in linea con le cifre del 2016, ma nel totale inferiori a quelli del 2017. Impressionano però i feriti gravi, aumentati dai 999 del 2016 ai 1’068 del 2018 (erano 1’047 nel 2017), ai quali vanno sommati i 71 in sella a un ciclomotore. Le cause sono ben note alle autorità, e accomunano anche gli automobilisti: ovvero la disattenzione/distrazione, la velocità e lo stato di ebbrezza alla guida. Anche alla luce di queste cifre vale quanto sostengono le persone che abbiamo coinvolto nel nostro articolo di apertura: mettersi alla guida è prima di tutto un’assunzione di responsabilità, per sé e per gli altri. Sopravvalutare le proprie capacità e credere di essere in grado di controllare velocità elevate e manovre da «veri piloti» sono esercizi da fare (eventualmente) in zone protette – come i circuiti –, meglio se seguiti da professionisti della guida e della sicurezza. Tutto il resto è azzardo, automobile o motocicletta che sia.