Illuminazioni astrologiche

Siamo in quel momento dell’anno in cui gli oroscopi, con i buoni propositi, tengono banco… c’è chi dice poi che stiamo vivendo un rinascimento astrologico

Di Ivo Silvestro

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, inserto allegato a laRegione.

Nel periodo in cui, fra introspezione e intrattenimento, imperversano gli oroscopi, ci interroghiamo sul presunto “rinascimento astrologico” che caratterizzerebbe la società contemporanea. L’astrologia è una pratica antica, ma la sua versione moderna arriva dall’Ottocento, figlia delle correnti anti-illuministe e anti-razionaliste del periodo. E infatti l’astrologia si presenta oggi anche come un sapere alternativo e anti-sistema: ma è proprio allo spirito dell’Illuminismo che dobbiamo guardare per affrontare le storture della società.

Ma poi, chi crede sul serio all’astrologia? È una domanda che mi rimbalza in testa ogni anno, in questo periodo, quando gli oroscopi spuntano come zombie in un film dell’orrore di serie B ed evitarli richiede più sforzi che salvarsi quando si è la ragazza bionda che, sempre nei suddetti film dell’orrore, si allontana dal gruppo.

Prestigio e autorevolezza

Ovviamente il nodo della domanda sta tutto in quel “sul serio”. Un oroscopo ogni tanto come passatempo conta? E guardare la compatibilità tra segni per cercare di confermare quello che già si sa, ovvero che è proprio la persona giusta (o al contrario che è meglio tornare single, l’ambiguità degli oroscopi supporta ogni decisione). Ed essere convinti che sia meglio evitare tutti gli scorpioni – tranne ovviamente quelli con cui si va d’accordo?

Perché è vero che oggi l’astrologia gode di una certa popolarità, tanto che c’è persino chi parla di una sorta di rinascimento astrologico – così lo scrittore Jonathan Bazzi su ‘Domani’ –, ma il prestigio e l’autorevolezza di cui gode oggi è un pallido riflesso di quello che godeva grossomodo fino al Settecento. Nonostante una certa diffidenza da parte della Chiesa, l’astrologia era insegnata nelle università, sostenuta e praticata da figure importanti anche appartenenti al mondo scientifico (per quanto, di nuovo, non tutte ci credessero sul serio); ogni sovrano e signorotto aveva un proprio “astrologo di palazzo” che lo consigliava basandosi sulle stelle (e su informazioni raccolte in maniera più terrena, ovviamente), oltre ad avere il compito di pronosticare fortune e sfortune di amici e nemici di corte. Poi, in tempi relativamente brevi, l’astrologia venne marginalizzata e i motivi di questo cambiamento sono un piccolo mistero storico. Una lettura semplicistica riconduce questo declino alla rivoluzione copernicana; certamente togliere la Terra dal centro dell’universo per farla orbitare intorno al Sole, oltretutto seguendo prevedibili leggi fisiche e non sfere celesti, deve aver scombussolato un po’ le cose anche in astrologia. I conti tuttavia non tornano, visto che la marginalizzazione dell’astrologia è iniziata molto dopo Galileo e Keplero. Se vogliamo cercare la risposta nello sviluppo scientifico, dovremmo forse guardare alla medicina e alla politica che, guadagnando in credibilità, hanno ridotto la necessità di guardare alle posizioni dei pianeti in cielo per comprendere gli eventi terreni.

Marginalizzazione illuminista

Tuttavia il declino astrologico, più che una questione di sviluppo scientifico, potrebbe essere legato a un mutamento culturale, il che aiuterebbe anche a comprendere il presunto rinascimento astrologico contemporaneo.
A marginalizzare l’astrologia non sarebbero state scoperte scientifiche o innovazioni tecnologiche, ma le idee dell’Illuminismo, questa straordinaria impresa culturale che si fonda sulla convinzione che l’essere umano, basandosi sulla ragione e sull’esperienza, è in grado di decidere per sé stesso. “Tre sono le idee alla base del progetto, arricchito anche dalle loro innumerevoli conseguenze – scrive lo storico Tzvetan Todorov in ‘Lo spirito dell’illuminismo’ (Garzanti) –: l’autonomia, la finalità umana delle nostre azioni e in ultimo l’universalità”. L’astrologia, con il suo sistema magico-simbolico che annulla l’individuo nel cosmo, è l’antitesi di questa visione del mondo.

L’astrologia contemporanea, protagonista del presunto rinascimento astrologico, si inserisce nel vasto movimento anti-illuminista; non è un caso che le sue origini si trovino, più che in antichi saperi sapienziali risalenti agli Egizi o ai Babilonesi, nello spiritismo ottocentesco e infatti la sua incarnazione quotidiana più che al cosmo guarda al microcosmo dei piccoli problemi personali di ognuno (saldandosi, a inizio Novecento, con la nascente industria dell’entertainment portando agli oroscopi segno per segno così tipici di questo periodo dell’anno).

Sapere anti-sistema

Certo, i motivi per criticare l’Illuminismo non mancano: gli ideali di autonomia, umanesimo e universalità sono stati utilizzati per giustificare pratiche di dominazione come il colonialismo e il maschilismo, lo sfruttamento insensato delle risorse naturali, la negazione di ogni forma di solidarietà e di spiritualità. Ma, come spiega molto bene Todorov, si tratta di una corruzione di quei valori che andrebbe affrontata non abbandonando gli ideali dell’Illuminismo ma, al contrario, valorizzandoli nel loro spirito originario e aggiornandoli al nuovo contesto sociale, politico e scientifico. Non è un caso se anche un grande critico dell’Illuminismo o, meglio delle sue degenerazioni, come Theodor W. Adorno abbia denunciato la pseudorazionalità dell’astrologia popolare (‘Stelle su misura’, Einaudi).

L’astrologia è talvolta presentata come un sapere “anti-sistema” in grado di dare voce alle persone emarginate ed escluse da una razionalità “occidentale e patriarcale”. Ma è quella stessa razionalità, se intesa correttamente nei valori illuministici dell’autonomia, dell’umanesimo e dell’universalità, che può darci la possibilità di immaginare, e magari anche di realizzare, un mondo alternativo e più giusto.

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