Si ride, si piange: è la solita questione di cuore

Tranquilli, qui nessuno vuole spingervi a comprare rose visto che San Valentino è dietro l’angolo. Meglio qualche parola, ma sincera, per quest’anno

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo l’editoriale apparso su Ticino7, allegato settimanale de laRegione

Ci si scherza (anche) un po’ su quando si parla di Cupido, frecce dell’amore e gente che si regala cioccolatini e cenette tête-à-tête. Perché la festa di ‘chi si ama’ è una ricorrenza per vendere e far girare l’economia. Che va pure benone: aiutiamo il commercio (meglio locale) e permettiamo di far lavorare la gente. E che diamine, c’è ben di peggio in giro che coccolose promesse d’amore eterno e un po’ di romanticismo da grande schermo.
Metti quelli che giunti al decimo anniversario di matrimonio ormai non si sopportano nemmeno quando si incrociano, il mattino, davanti alla macchina del caffè. Lui, spinto dalla corrente ascensionale dei colleghi, la sera del 14 febbraio dovrà per forza di cose tornare a casa con un mazzo di fiori (budget permettendo); lei sa che dovrà invece far buon viso di fronte a quel pensiero che sa di telefonata ampiamente annunciata…
Chi se l’è inventato, ’sto San Valentino, doveva essere uno da galera, un provocatore con un pelo sullo stomaco alto così. Oppure un acuto mediatore familiare, che per esperienza sa che soprattutto dai piccoli gesti potrebbero nascere momenti di confronto nei quali guardarsi dentro e chiedersi se quello che avevi visto in quegli occhi color nocciola, dieci anni prima, vive ancora. Chissà…

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