La Ficcanaso e il Kindle (un po’ come la scarpa comoda)

Perché il dubbio, quello che ho da tempo e che mi tormenta soprattutto quando vorrei tanto fare un’orecchia alla pagina…

Di Laura

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione.

A chi mi guarda curioso (ormai sono rimasti in pochi) rispondo come faccio quando qualcuno mi domanda quanto ho pagato quella borsa bellissima: “È un regalo”, sorrido dribblando i sensi di colpa e cercando di sfuggire ai giudizi. Lo ripeto spesso, come del resto ho già fatto più volte su queste pagine.

Leggo su Kindle, lo faccio ormai da qualche mese e, come quando ho toccato i primi carboidrati dopo mesi di privazioni, spiego pubblicamente la mia strategia per non perdere i vantaggi ma aprirmi alle novità: “Leggo su Kindle, me l’hanno regalato e non avrei mai pensato di trovarmici bene. E invece è infinitamente comodo”. L’affermazione è ancora più credibile quando l’arnese viene estratto da una delle borse di cui sopra, quelle con prezzo inversamente proporzionale alle dimensioni. Di solito proseguo parlando di quel libro bellissimo e lunghissimo che ho letto in poco tempo grazie alla compattezza dell’arnese. Potevo portarmelo ovunque, approfittare di ogni momento libero, leggere di notte senza sentire i mugugni di nessuno che si lamentava per la abat-jour accesa. Tenere il Kindle con una mano mentre con l’altra tenevo la mano a una bambina che aveva fatto un brutto sogno aspettando il momento di sgattaiolare fuori dalla stanza.

Canto le magnifiche sorti e progressive, spesso con la foga di chi ha qualcosa da nascondere. Perché il dubbio, quello che ho da tempo e che mi tormenta soprattutto quando vorrei tanto fare un’orecchia alla pagina per ricordarmi quelle parole bellissime, è di essermi convertita alla scarpa bassa, alla scarpa comoda. Di aver rinunciato senza protestare al gusto di sottolineare selvaggiamente che tanto ci fece litigare all’inizio.

Lui con i suoi libri perfetti e intonsi, un lapis cautamente appoggiato di fianco al tomo sul comodino. Io con gli evidenziatori e le orecchie selvagge. Mettersi insieme è stato più facile che decidere di unire le librerie. Sapevamo, però, che le appartenenze dei libri sarebbero state sempre chiare. Impossibile sbagliarsi. Per fortuna, oggi, il mio Kindle è pieno di adesivi. Perché continuo ad amare i tacchi che mi sbucciano i piedi.

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