Gli occhi e le visioni del futuro

Sarebbero fatti per vedere lontano. Invece li abbiamo ridotti a microscopi buoni per digitare numerini e letterine

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo l’editoriale apparso sabato su Ticino7, allegato a laRegione.

Considerata la sua professione, dovrebbe essere felice se i ragazzi hanno problemi alla vista e devono portare gli occhiali per correggere miopie e altri difetti visivi. Nuovi clienti assicurati per i prossimi decenni, si potrebbe cinicamente pensare. E invece Luca, 50enne che di lavoro fa l’optometrista (con tanto di laurea), è molto preoccupato: “Vedo clienti sempre più giovani e i problemi sono sempre più complessi, con difetti che pochi anni fa sorgevano in età adulta”. Tutta colpa di visioni fatte al chiuso, spesso verticali e ridotte a pochi centimetri dal proprio naso: “Osserviamo ragazzini che passano ore e ore con minuscoli cellulare in mano e scarsa illuminazione. Diciamo che non è ciò per cui i nostri occhi sono stati creati”. In più, “li vedi dalla postura: entrano in negozio già ingobbiti, piegati in avanti…”. Secondo Luca anche la necessità di portare la mascherina per molte ore al giorno è all’origine di alcuni problemi: “Secchezza e scarsa umidificazione dell’occhio si accentuano con l’aria espirata, carica di anidride carbonica, che dalla mascherina sale e ‘asciuga’. Dove non è necessaria e obbligatoria, sarebbe meglio toglierla”.
Già, non vediamo l’ora di farlo. Tutti.

 

 

 

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