Le lettere di Clooney e le stanze di ‘Clubhouse’

Chi vive in una relazione di copia lo sa: ogni tanto è meglio laciar perdere. E se hai qualcosa da dire, scrivilo (per il bene di tutti e a futura memoria)

Di Laura (la Ficcanaso)

Pubblichiamo un articolo apparso sabato su Ticino7, allegato a laRegione.

“Non mi pare che tu mi abbia mai scritto una lettera”. Quando ho letto che durante il lockdown George Clooney scriveva lettere periodiche alla moglie Amal, sua compagna di confinamento insieme ai figli gemelli di 4 anni, ho ritenuto importante fare un confronto con casa mia. Nessun intento polemico, volevo solo capire se davvero fossimo così diversi da George e Amal (non ridete!) anche laddove una somiglianza era a portata di mano: le parole, i contenuti. Perché un foglio di carta si può trovare anche in casa nostra, no? Ebbene, George lasciava delle lettere, scritte a mano, sparse in giro per casa. È la sua ricetta d’amore insieme a quella di assicurarsi un weekend al mese senza bambini. Davvero interessante e facilmente replicabile, mi sono detta. “E cosa dovrei scriverti? Ti vedo tutti i giorni?”. 
Il problema – in fondo – è lo stesso di Clubhouse, il nuovo social network arrivato dalle nostre parti a inizio gennaio. Trattasi di un portale su invito, al momento riservato ai soli utenti iPhone e basato sulle interazioni vocali tra partecipanti, suddivisi in stanze (private o pubbliche) di natura tematica. In pratica la fiera dei messaggi vocali, con l’aggravante dell’interazione in tempo reale e il brivido di discorrere con gente di cui non si potrebbe mai avere il numero di telefono (vip in primis). Per quanto mi riguarda, una raffigurazione dell’inferno. 
Intorno tutti mi dicono che ha enormi potenzialità, che è il futuro e che – questa la motivazione davvero diabolica – un’occhiata devo necessariamente darla, io che comunque mi occupo di comunicazione. Ho detto che no, non mi interessa, ho già fatto un giro di giostra nell’inferno di TikTok e fatto morire tutte le piante in casa. Non so pianificare la spesa della settimana: come posso occuparmi di un altro social network? Non ho tempo è la scusa principale, non ho spazio nella testa sufficiente per trovare uno spazio pure per i vocali di sconosciuti. Il dettaglio non trascurabile è che ridendo e scherzando non ho ancora trovato qualcuno che mi invitasse. Soprattutto, di cosa dovremmo parlare? 
Perché puoi pure trovare un pezzo di carta in casa e lasciarlo sul comodino di lui. Lo prenderà, stranito da un biglietto alla vigilia di San Valentino, aprendolo sospirerà di sollievo: “Compra latte, pane e uova”. Ognuno ha i contenuti che si merita.

 

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