Antonio Briassoli, l’ultimo dei mohicani
Quando dopo di voi non ci sarà più nessuno, chissà…
Di laRegione
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.
Siete gli ultimi testimoni di una famiglia che, dopo di voi, non ci sarà più? Sappiate che non siete gli unici. Antonio Briassoli, classe 1966, professione «guardia di confine alla Stazione di Chiasso», è figlio unico e non ha eredi. Originario di Pianezzo, Valle Morobbia, lo raggiungiamo sul Camoghè (a 2’228 metri) dove «lo spettacolo oggi è magnifico». Un cielo azzurro e limpido che solo le giornate ventilate regalano.
Appassionato di montagna, è partito di buonora con la sua e-bike passando da Robasacco («che si fa fatica lo stesso, ma arrivi dove vuoi»). E poi su a piedi. Dalla cima osserva lontano, come un indiano d’America, alla ricerca di qualche parente lontano. Negli Stati Uniti per la verità c’era già stato il nonno paterno, poi tornato e più ripartito, «perché era scoppiata la guerra». Quella Antonio non l’ha mai vista, ma si ricorda i «tempi caldi» quando alla dogana di Chiasso la pressione dei migranti faceva notizia; «oggi è più tranquillo» ci confida.
Ma siamo sicuri che di Briassoli non ve ne siano proprio più? «Internet non ha fatto miracoli… però ho scoperto che in un thriller americano apparso nel 1992 (The Ultimate Death di Jim Mullaney, ndr.) compare un tale Flavio “Buster Thumbs” Briassoli». Misteri letterari.