Sophia Städler, l’eccezione tra le eccezioni

Nata e cresciuta nel Locarnese, Zoya Admas (questo il suo nome d’arte) cavalca i suoi sogni, talenti e passioni…

Di Natascia Bandecchi

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Sophia Städler, in arte Zoya Adams, nata e cresciuta nel Locarnese, frequenta la Scuola professionale per sportivi d’élite di Tenero nella categoria ‘Musical’ e l’Accademia di danza Moving Factory di Losone (ufficialmente riconosciuta come centro d’esami della London Academy of Music and Dramatic Art, alla quale la ticinese si è messa in tasca il più alto riconoscimento in Distinction). La musica è nel suo Dna da quando ne ha memoria. Il suo singolo d’esordio è ‘Shadow Eyes’ uscito in dicembre. Oltre al canto ama il palcoscenico: recitare, danzare ed esprimere la sua essenza per trasformarsi ogni volta in qualcun altro. Le sue radici affondano in vari angoli di mondo tra cui l’Austria, il Regno Unito e il Sudafrica. Viste le sue origini multietniche, il viaggio non poteva non essere nelle sue corde, le sue mete preferite sono al caldo: viaggiare per lei rappresenta la scoperta soprattutto di se stessa. Le fanno paura le persone ignoranti non consapevoli di esserlo e che giudicano il prossimo da un piedistallo. Ignoranza che può trasformarsi in bullismo.


© Ti-Press / Samuel Golay

“Tu sei l’eccezione tra le eccezioni”, questa frase mi risuona spesso quando parlo con Sophia, sento la sua energia, il suo entusiasmo che si intreccia a un po’ di emozione mentre mi parla, guardandomi con i suoi occhi azzurri. L’eccezione a cui si riferisce è collegata a quel senso di diversità che ha respirato sin da piccola e che una persona, che la vita le ha fatto incontrare, ha tradotto con queste delicate parole facendole comprendere quanto lei fosse unica. “Sin da bambina ho sempre saputo che c’era qualcosa che mi distingueva dai miei coetanei. In principio mi facevo un sacco di domande che rimanevano senza risposta, tipo: ma perché quando parlo le persone capiscono qualcosa di diverso da quello che sto comunicando?”. Sophia cresce e, grazie alla presenza dei suoi genitori e di specialisti, comprende sempre più se stessa e sostituisce l’etichetta “strana” con una diagnosi “DSA” (disturbi specifici dell’apprendimento) e ADHD (iperattività). “A quel punto avevo due opzioni: fingere di essere qualcun altro oppure scegliere di essere semplicemente me… anche se non omologata al ‘mondo là fuori’”. Sophia si chiede che cosa la renda felice e la risposta è stata forte e chiara. “Ho continuato a cavalcare i miei sogni, talenti e passioni. I miei genitori hanno sempre creduto in me e mi hanno dato la possibilità di iscrivermi a moltissimi corsi e accademie”.

Le arti sceniche hanno permesso a Sophia di “sopravvivere” in un mondo che, come dice lei, a volte è fin troppo “stereotipato”.

Diversità

Ognuno di noi ha dentro un piccolo essere che rivive momenti dolorosi della propria infanzia. Ci sono ferite che nella nostra adultità ci riconnettono a momenti passati e che ancora fanno male. Sentirsi esclusi, non visti, abbandonati sono tra le sensazioni che ancora dopo anni possono bruciare e creare sofferenza. “Ho attraversato, e attraverso tutt’oggi, periodi dolorosi a livello scolastico. Proprio il tema delle mie vicissitudini scolastiche farà parte della mia prossima canzone; così come tutte le altre forme di diversità che approfondisco come autodidatta”.

Luce

La pittrice messicana Frida Kahlo si reputava strana, bizzarra, addirittura difettosa, ma una volta lanciò un appello in cui disse: “Ci sarà qualcuno come me al mondo, se ci sei, sappi che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te”. “La diversità è negativa solo per il pregiudizio delle persone. Per me è semplicemente sinonimo di unicità. Quando ho iniziato a comunicare con questa mia parte ho costruito, tassello dopo tassello, una solida consapevolezza di me stessa. Il mio essere diversa è parte di me, perché dovrei vergognarmi di chi sono? In quel momento, come una luce che illumina un apparente lato d’ombra è scoccata la felicità di essere chi sono”.

Piano A

Alice nel paese delle meraviglie, Sandy di ‘Grease’, Tracy di ‘Hairspray’ o Roxie di ‘Chicago’: loro sono tra le muse ispiratrici di Sophia che ne assume i tratti, la personalità e la voce quando le mette in scena. “Grazie alla recitazione divento chiunque, tranne ‘la strana di turno’. È magico per me cantare, sentire l’adrenalina che mi scorre dentro e mi fa vibrare, un’emozione pazzesca”. Sophia non ha mai avuto un piano B, ha sempre nutrito il suo sogno artistico tra canto, danza e recitazione. “Quello che sei destinato a compiere nella tua vita c’è, sta a te crederci, mai demordere, ma coltivare la fiducia che, prima o poi, quello che ti canta dentro emergerà”.


© Ti-Press / Samuel Golay

Shadow Eyes

Trascrivere i propri pensieri e le proprie emozioni nelle pagine di un diario o un quaderno può sembrare a tratti un’arte un po’ démodé, ma per Sophia – soprattutto nelle ore notturne – è una forma naturale per esprimere ciò che le orbita dentro.

“Ho sempre scritto: poesie, note, storie, canzoni, ma con ‘Shadow Eyes’ ho deciso che fosse giunto il momento di uscire allo scoperto. Le poesie che ho affidato alle pagine del mio diario si sono incontrate con degli accordi alla tastiera ed è nato questo brano che ho pubblicato il giorno dopo l’anniversario della relazione con il mio ragazzo”. Ogni essere umano dovrebbe essere fiero di essere unico come lo è Sophia.

Spulciando sulla piattaforma YouTube si trova il canale di Zoya Adams dove è possibile vedere e ascoltare il video ufficiale del suo singolo d’esordio, ‘Shadow Eyes’, così anche andandola a cercare su Spotify. È altresì possibile seguire la giovane performer curiosando in Instagram (zoya_herself).

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