Salonicco, una perla selvaggia sulle rive dell’Egeo

Visceralmente millenaria, tenacemente libera

Di Fabiana Testori

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Antica Tessalonica, la città, dall’anima multiforme, è caotica e piena di vita. Soprattutto, il capoluogo della regione della Macedonia centrale è visceralmente millenario – poiché composto da strati e strati di storia – e al contempo immerso nel presente.

Ancora fuori dai circuiti oramai svalutati del turismo di massa, Salonicco incanta per la sua identità multipla, caotica e piena di vita. La seconda città più grande della Grecia dopo Atene non si può equiparare né a Dublino, né a Budapest e nemmeno a Madrid, considerate anch’esse capoluoghi “minori” in vista di un lungo weekend di evasione in Europa, rispetto alle classiche Parigi, Vienna e Londra. Il motivo è semplice: Salonicco, oltre a essere di una bellezza non classica, possiede un’anima mista e disordinata, quasi vorticosa, che spazia fra i secoli, visceralmente millenaria e, allo stesso tempo, così immersa nel presente.


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Il lungomare di Salonicco con la Torre Bianca

Un racconto infinito di popoli e imperi

Antica Tessalonica (in greco Thessaloniki), capoluogo della regione della Macedonia centrale, fu fondata nel IV sec. a.C. da Cassandro, sovrano macedone, vicino all’insediamento della secolare Terme. Cassandro diede alla città il nome di sua moglie (appunto Tessalonica), a sua volta sorellastra di Alessandro Magno, il Conquistatore. Lo stesso Alessandro il Grande che oggi la Grecia si contende storicamente con lo Stato della Macedonia del Nord. Entrambi i Paesi, eredi del Regno di Macedonia nel mondo antico, cioè di un territorio comprendente le attuali Macedonia greca, la Repubblica della Macedonia del Nord, il distretto di Blagoevgrad in Bulgaria, Mala Prespa e Gollobordë in Albania, Prohor Pcinjski in Serbia e Gora in Kosovo, rivendicano la paternità di quello che fu uno dei più abili strateghi della storia, capace di conquistare in pochi anni la Fenicia, la Siria, l’Egitto (332 a.C.) e in seguito l’Impero persiano e poi l’India.

Infatti, è proprio la statua di Alessandro Magno a dominare il lungomare della città di Salonicco, con il viso del condottiero rivolto all’Egeo e al mondo, dell’epoca, non ancora conosciuto.


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La statua equestre di Alessandro Magno

Il capoluogo della Macedonia, come la Grecia tutta, è composto da strati e strati di storia che non sembrano esaurirsi mai ed è proprio lì, in quel racconto infinito di avventure, popoli e imperi che risiede il suo fascino di ieri e di oggi. Alla caduta del Regno macedone (146 a.C.), Salonicco divenne parte dell’Impero Romano, la cui strada principale, la Via Egnatia, collegava Bisanzio con Dyrrachium (odierna Durazzo, in Albania). Fra i primi centri della cristianità, introdotta da San Paolo in persona, Salonicco ospitava, inoltre, una forte comunità ebraica, rimasta tale per secoli fino all’arrivo dei nazisti negli anni 40. Dopo essere stata romana e poi “unicamente” bizantina (476 d.C.), quella che aveva ottenuto l’appellativo di “Gerusalemme dei Balcani” venne occupata dal Sultano Murad II nel 1430, non prima di aver subito, per gran parte del Medioevo, saccheggi e invasioni barbariche di ogni tipo (goti, unni, avari, slavi, bulgari).

Come l’araba fenice

Ricchezze, fasti e magnificenza si sono spesso intrecciati a periodi guerreschi e conquiste dolorose, ma nel corso dei secoli Selanik (in turco) seppe sempre riemergere dalle proprie ceneri, riuscendo a splendere in epoche e dominazioni differenti. Gli ottomani ne hanno mantenuto il controllo fino al 1912, ampliandone il porto e i commerci, prima di passare alla Grecia, in seguito alla prima guerra dei Balcani con la firma della Pace di Bucarest (1913). Salonicco fu devastata da un grosso incendio nel 1917 e solo una parte della sua urbanistica orientale sfuggì alle fiamme. Per questo motivo, quando si osserva il centro città si riconosce l’Europa più classica, l’Occidente in Oriente, dopo la realizzazione del progetto di ricostruzione ideato dall’architetto francese Ernest Hébrard. È solo salendo verso la città alta (Ano Poli) che si ritrovano le abitazioni tipiche dello stile ottomano e macedone.


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Il centro storico

Il capoluogo della Macedonia, oltre ad essere una meta particolarmente sicura anche per i solo traveller, offre al turista possibilità praticamente illimitate: una trentina di musei, i quali ripercorrono 23 secoli di storia, un’infinità di chiese, passeggiate che spaziano dalla pianura alla collina, circondati costantemente da monumenti e scavi archeologici di ogni epoca e molteplici civiltà. Ancora oggi Salonicco rappresenta un unicum al mondo, esattamente come all’inizio del ’900, quando popoli diversi, fra cui ebrei (all’epoca erano la maggioranza – 65’000 –, in gran parte sefarditi), greci e turchi, vivevano insieme e come quando, qualche anno più tardi, la seconda città più grande della Grecia, soprannominata oramai “la capitale dei rifugiati” e “madre dei poveri” , diede rifugio a numerosi esuli, fra questi gruppi di greci espulsi dalla Turchia nel 1922 (Catastrofe dell’Asia Minore).

Oggi il pot-pourri di Salonicco comprende, oltre ai greci e ai turchi, numerosi popoli slavi dei Balcani e una comunità albanese. Si tratta di gruppi etnici molto diversi fra loro, capaci di far convivere pacificamente l’Oriente e l’Occidente, parlando spesso più lingue – greco, macedone, turco – e condividendo tradizioni e usanze.


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Lungomare e suonatori al tramonto

Forte di una ricchezza culturale senza pari, Salonicco respira, in questo nostro tempo greve, l’aria dolce della libertà, il valore oggi più bistrattato, e propone ai suoi visitatori storia, musica, scorci magnifici e una gastronomia d’eccellenza, quest’ultima considerata la migliore della Grecia.

Il profumo delle spezie orientali si lega ai prodotti locali in un susseguirsi infinito di locande, osterie, ristoranti e caffè cittadini. Non si può far altro che consigliare di andare in Macedonia, a Salonicco, perché questa perla sull’Egeo, ancora sconosciuta ai più, va vista con i propri occhi.


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Piazza Aristotele

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