E-bike, quando la bici ‘mette le ali…’

La pandemia ha fatto da trampolino alle due ruote. Ne abbiamo parlato con Moreno Tasca, titolare di un piccolo negozio specializzato

Di Moreno Invernizzi

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Un po’ per necessità, un po’ per virtù, negli ultimi due anni i ‘ciclisti della pedalata assistita’ sono aumentati ovunque. Un esercito che ora, con la fase più acuta dell’emergenza sanitaria alle spalle (speriamo), non accenna a diminuire. Anzi, i suoi ranghi continuano ad allargarsi.

Parlare di fenomeno è riduttivo, parlare di rivoluzione della mobilità è forse esagerato. Ma la tendenza e l’indubbio successo trovano conferme sulle strade e nelle parole di chi, con le bici elettriche, ci lavora tutti i giorni. “Eccome se c’è stato il boom – sottolinea Moreno, titolare di un negozio-officina di bici ed e-bike a Losone –. La pandemia ha indotto molta più gente a inforcare la bici. Da un lato perché durante il lockdown rappresentava l’opzione ideale per fare un po’ di movimento, coprendo distanze maggiori di quelle che si macinano camminando o passeggiando. Un po’ come per la montagna: quando tutto era fermo, molti si sono messi gli scarponi ai piedi per (ri)scoprire i sentieri; ma parecchi altri hanno optato per percorrerli con un’e-bike. Pure lì con la possibilità di fare più chilometri, e di conseguenza scoprire nuovi panorami, a volte inaccessibili a piedi (e men che meno in auto). Sono aumentati sia gli sportivi che usano l’e-bike per fare allenamento, anche sui sentieri, sia le persone che prima la bici non la prendevano forse nemmeno in considerazione, visto che durante la fase acuta della pandemia non era ideale fare capo ai mezzi pubblici”.

Dalla moda alle gare

La passione, a volte, fa pure rima con competizione, con tanto di gare e campionati internazionali; un fenomeno che per ora non tocca direttamente il Ticino ma, per esempio, realtà in Italia e oltre San Gottardo: “Ci sono gare di e-bike per le classiche mountain bike, e pure quelle tipo ‘grave’, modelli simili alle bici da corsa classiche ma con pneumatici maggiorati e con una geometria leggermente diversa… oltre che, ovviamente, la pedalata assistita. Queste bici sono ideali per percorrere quelle che in Italia chiamano le ‘strade bianche’, tipo quelle che costeggiano i greti di Ticino e Maggia in certi punti, per capirci”. Paradossalmente, pur vendendole, le e-bike Moreno Tasca non le usa: “No, ma solo perché in bici ci andavo già, prima che facessero la loro apparizione sul mercato quelle con pedalata assistita. E tutti i componenti del gruppo con cui partecipo alle uscite ne hanno una classica”.


© M. Invernizzi

Identikit e manutenzione

Ma qual è, se esiste, il tipico ‘e-biker’? “Generalmente sono persone dai 40-45 anni in su, per la maggioranza uomini. Ci sono però anche molte donne, pure di una certa età, che negli ultimi anni si sono avvicinate alle due ruote elettriche. Ho una cliente che in un anno ha pedalato suppergiù 1’500 chilometri, percorrendo quasi solo le strade di Losone: come andare a Napoli e ritorno, pensate voi!”. Le e-bike richiedono una manutenzione particolare? Una domanda che spesso non ci si pone: “No, ma occorre considerare che rispetto a una bici classica il peso è maggiore – tra i 19 e i 25 chilogrammi –, per cui le sollecitazioni aumentano in modo proporzionale. Ciò fa sì che alcune parti, come i freni, siano soggette a un’usura più marcata. Stesso discorso per la catena, visto che oltre agli stimoli della pedalata classica, è sottoposta a quelli di un motore che, quando raggiunge la coppia, spinge pure lui in modo costante. Per prevenire un’eccessiva usura il consiglio è di evitare di mantenere il rapporto più alto delle marce facendosi aiutare dalla massima potenza del motore”.

Ricordatevi il casco!

Cosa non deve mai mancare nell’abbigliamento quando si monta in sella a un’e-bike? “Il casco a mio modo di vedere è indispensabile. Oggi è obbligatorio per le bici elettriche solo veloci, ma sarebbe meglio metterlo sempre. Quando cadi su un sentiero l’unica cosa che ti può poteggere la testa è quello”. Tra l’altro, ricordiamo che dal primo aprile sarà obbligatorio, sia per le bici con potenza sino a 500 W (identificate come “lente” o e bike 25), sia per quelle di 1’000 W (definite “veloci” o e-bike 45), circolare con i fanali accesi anche di giorno. Altra novità recente è la presenza del tachimetro, obbligatorio a partire dal primo aprile 2024, mentre la messa a norma dei veicoli già in circolazione scade nel 2027. Quali sono gli aspetti più “pericolosi” della pedalata assistita? “Non si può generalizzare, ma chi ritorna a pedalare dopo tanti anni, un po’ più di attenzione la deve prestare, almeno all’inizio. In particolare nel traffico, parecchio aumentato negli ultimi anni, dove per potersi muovere con sicurezza è necessaria una certa esperienza. In ogni caso la regola, per tutti, è quella di attenersi alle norme della circolazione, e rispettare le regole specifiche quando ci si trova sui sentieri di montagna. L’arrivo delle e-bike in quota ha effettivamente un po’ mutato quegli equilibri che si erano instaurati tra escursionisti e pedalatori in sella alle classiche mountain bike: qui la convivenza deve ancora essere affinata”. In questo senso ricordiamo che, a causa della sua velocità, dell’assistenza alla pedalata, del peso e del centro di gravità modificato (come il motore sul posteriore), la pratica differisce da quella di una bicicletta classica. È importante prendersi il tempo per familiarizzare col nuovo mezzo; le prime volte è meglio allenarsi in una zona poco o per nulla trafficata (un cortile, una strada senza uscita eccetera). Lo stesso consiglio vale per il trasporto di bambini con la vostra bicicletta elettrica.


© M. Invernizzi

IL CONSIGLIO
Batteria al caldo nelle giornate fredde

A incidere sul prezzo di una e-bike è la batteria. La durata media di una carica dipende dal dislivello del percorso come pure dalla corporatura del ciclista. Indicativamente, con una carica si percorrono dai 40 ai 90 chilometri. Dopo circa 500 cicli di ricarica (30-35’000 km), una batteria inizia a perdere efficienza. Ma non la si deve per forza buttare: prima occorre valutare bene l’uso che si fa dell’e-bike. Il consiglio dell’esperto? “Tenere la batteria in casa nelle giornate più fredde ne prolunga la vita”, ci dice Moreno Tasca. E una volta che ha esaurito il suo ciclo vitale, che fare: cambiarla o cambiare bici? “Una batteria costa tra i 600 e i 1’000 franchi, una buona e-bike parte dai 2’800 franchi. Se la bici è ben tenuta consiglio di sostituire la batteria, altrimenti, considerando che di norma la struttura ha già girato per almeno 30’000 chilometri o giù di lì, val la pena considerare l’acquisto di una nuova e-bike”.

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