Non è solo una ‘stupida felicità’

‘Questa è la ballata dell’uomo felice, felice di nome, di fatto, si può dire di mestiere, uno che la felicità l’ha imparata a dovere…’

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo l’editoriale apparso su Ticino7, allegato a laRegione.

“(…) Prima d’essere felice lui era così, era come tanti:
tristallegro un po’ come tutti quanti.
Aveva il suo daffare e i suoi lamenti,
ogni tanto un compleanno e ogni tanto un maldidenti.
La felicità la incontrò un bel mattino,
che andava in bicicletta, quando dal cielo capitò
una saetta, un fulmine a ciel sereno
lo prese proprio in pieno e lo fece capitombolare
giù dal sellino fino a rotolare nel vicino burrone.
L’uomo felice di mestiere di fatto di nome
aveva fatto un ruzzolone, ma la cosa incredibile
assurda irriverente era che non si era fatto niente.
Si alzò con un bernoccolo sulla testa e col cuore in festa:
‘Sono vivo’ diceva per la via,
’sono vivo evviva sono vivo’
cantava per la strada e in ogni contrada.
‘La vita è bellissima’ gridava alle pietre
alle foglie e alla luce dell’aria.
Col fatto che non era andato all’altro mondo
adesso era tutto felice, anzi giocondo.
E giocava a fare il vagabondo
e l’unica cosa che sapeva dire era: ’Sono felice,
la vita è bellissima, la vita è bellissima, sono felice’.
La cosa bizzarra era che la gente
tutta intorno, dal nonno al bambino alla mamma
dal vigile al muratore al cagnolino al gatto
non facevano che prenderlo per matto.
Pensavano che la botta il bernoccolo il ruzzolone
l’avessero mandato fuori di melone.
Da quel momento in avanti,
di guai gliene capitarono davvero tanti,
eppure lui a ogni beffa a ogni colpo a ogni disgrazia
rispondeva con grazia, e con un sorriso diceva grazie
alla vita che è bellissima, è stupenda, è meravigliosa
e si fermava a odorare una rosa.
Per lui essere felice era diventato una specie di lavoro:
come il ragioniere il tipografo il panettiere,
il muratore il manovale la pittrice… Lui era felice.
Era felice davvero? O solo di nome, di fatto, di mestiere?

PS: se volete sapere come finisce “La ballata dell’uomo felice” di Luca Chieregato, o vi procurate una copia dell’ultimo Ticino7 (e vi leggete quello che è scritto sulla prima pagina). Oppure recuperate il notevole Di che storia hai bisogno? (Mondadori, 2022). Fate voi…

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