Sylvie Corti. Professione? Meccanica di moto

Classe 1994, è nata a Mendrisio e cresciuta nel Luganese. Oltre che nell’ambito dei motori, lavora in pista per un team europeo tutto al femminile

Di Marco Jeitziner

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Non teme la velocità e ha ereditato dalla famiglia la passione per la meccanica, scegliendo il mondo delle moto. Dopo il diploma alla SPAI di Biasca, ha coronato il suo sogno di lavorare in officina, ma soprattutto di fare la meccanica in pista e di sfrecciare sui circuiti motociclistici. Per lei le due ruote non solo hanno un’”anima”, ma sono una storia d’amore che durerà per tutta la vita.

I motori la famiglia Corti sembra averceli nel sangue. “Ho questa passione sin da piccola grazie al nonno Fernando, a mio padre e a mia mamma che mi portava alle elementari già in moto”, ricorda divertita. “Quando andavo dai nonni passavo il tempo nell’orto o nel garage, mentre mia mamma ha sempre frequentato persone che amano le moto”. Finite le scuole medie sognava già di fare la meccanica di moto, ma i genitori non erano molto d’accordo, così un po’ di liceo, poi l’apprendistato come disegnatrice del genio civile e infine a 20 anni ha trovato la sua strada: Il Centro Professionale di Biasca, insieme ai meccanici d’auto e ai gommisti: “Secondo me non è un lavoro ‘da uomo’: uno è libero di fare quello che vuole, basta che lo faccia bene”, afferma.


© Ti-Press / Alessandro Crinari
Attualmente impiegata come venditrice nellʼambito dei ricambi per veicoli a Giubiasco, Sylvie fa la meccanica nel ʻ511 Racing Teamʼ (511racingteam.com). Si tratta di una squadra composta da sole donne che gareggia nel Campionato Italiano di Velocità (CIV), categoria 300 cm3, e nella Womenʼs European Cup (sempre con le 300 cm3). Un lavoro a tempo parziale che la occupa durante i test prima delle gare e nel corso delle competizioni.

Donne e moto

Sempre più donne pare abbiano la passione delle due ruote, è così anche sui circuiti motociclistici? “Come meccanici in pista seguiamo il campionato femminile, e nel team in cui lavoro siamo tutte donne, dalla pilota, alla team manager, alla telemetrista eccetera, ma siamo un’eccezione”. Sylvie va oltre gli stereotipi di genere: “Se una ragazza decide di fare un lavoro considerato ‘maschile’, lo fa perché davvero le interessa e si vuole impegnare”. Cavalcare una moto in strada o in pista, però, è molto diverso? “Cambia totalmente come usi la moto e il tuo corpo” spiega, “su strada hai una guida tranquilla, e allo stesso tempo devi stare attento alle auto, ai pedoni, a cosa ti sta intorno, mentre in pista puoi sfruttare appieno tutte le potenzialità di te stesso e della moto”.

Ricordi dʼofficina

Ha lavorato anche sulle mitiche Triumph, ma le piacciono tutte: “Se avessi i soldi ne prenderei una per ogni categoria: Enduro, Cross, Pit Bike, Naked eccetera”. Il lavoro in officina che cosa rappresenta? “Una cosa importante è la pulizia e l’ordine. Il modo in cui mostri la moto al cliente rispecchia il modo in cui lavori. È soddisfacente vedere una persona che percepisce che ti sei preso cura della sua moto”. Poi può succedere di tutto, anche qualche piccolo incidente. “Mi ricordo quando ho fatto cadere una moto di 400 chili, una Indian Chieftain, simile a una grossa Harley: dovevo solo fare benzina e tornare in officina, ma a causa di un’auto ho perso l’equilibrio, ho provato a reggerla con tutta la mia forza ma non ce l’ho fatta e ho dovuto appoggiarla a terra. Ci sono volute quattro persone per rimetterla in piedi!”, racconta.


© Ti-Press / Alessandro Crinari
Il garage dove lavora Sylvie (“per conto mio”) è del suo compagno Elia Crotta e del padre Giancarlo. Amante dei motori, Elia gareggia nella Coppa Italia in Pirelli Cup. Tutti i lavori da eseguire sulla sua moto da gara vengono fatti in questa officina, oltre alla manutenzione di altri veicoli ‘di famiglia’. La Ford Mustang 350 GT del 1968 che si vede nella foto è stata restaurata da Elia e Giancarlo nel corso di un decennio, con diverse modifiche e migliorie meccaniche ed estetiche.

Vita da circuito

Quando ci incontriamo è reduce da un weekend su un circuito vicino a Roma. “Facevamo i test con le moto per settarle, perché la dinamica dipende dal peso del pilota, dall’impostazione delle sospensioni, dalla posizione di guida, da quanto stacchi in entrata di curva, da quanto apri il gas in uscita ecc. Sono cose che si modificano in base ai dati che si ricevono dalla telemetria”. E poi? “Con le sensazioni che ti dà il pilota, riesci a capire cosa fare per mettere a punto la moto”. Ci dice che una pilota era caduta, senza farsi male. “Era la sua prima volta in quel circuito e si pensava che fosse lei a impostare male la curva. Invece le è ‘partito’ l’anteriore perché la moto non era caricata abbastanza davanti”. E come avete risolto? “Abbiamo abbassato l’anteriore sfilando le forcelle in base ai dati telemetrici: il giro dopo ha fatto il suo migliore tempo in pista, abbassandolo di 3 secondi!”.

Anima e passione

Sylvie in pista cavalca un Supermotard: “All’inizio aveva diversi problemi, l’ho dovuta sistemare e aspettare i pezzi. I sacrifici che ho fatto per comprarla e per metterci mano, alla fine mi fanno apprezzare al massimo la moto e ora che funziona bene mi rende felice!”. Non avendo una sua officina, le rimane la passione: “Mi dedico alle moto nel garage del mio compagno, è un ambiente tranquillo e amichevole dove trovo la mia serenità. È quasi un amore, nel senso che sono molto affezionata e tengo molto a ciò che faccio. Quando riesci a risolvere un problema e poi la moto funziona, puoi tornare a guidarla ed è bellissimo!”. Ma è il motodromo che l’ha emozionata di più un paio di anni fa. “Ero sul circuito di Castelletto di Branduzzo con il Supermotard, quando in curva sono riuscita a toccare col ginocchio l’asfalto! Non l’avevo mai fatto! Le prime volte la piegavo molto, troppo veloce, poco ‘grip’ (aderenza) e scivolavo… Ma poi si impara a impostare una curva, a dosare gas, freno, traiettoria”. Ci salutiamo con la sua filosofia di vita: “Se ti piace fare qualcosa, fallo!”. Come non darle ragione…


© Ti-Press / Alessandro Crinari


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