Nel cuore verde di Andrea Martina

È curioso, ama sorprendere le persone e non gli manca certo la parlantina. Lavora a Camorino in uno splendido luogo verdeggiante, esotico, variopinto…

Di Natascia Bandecchi

Pubblichiamo l’editoriale apparso su Ticino7, allegato a laRegione

È nato il 13 settembre 1991 e Vive a Melide. A 13 anni, per puro caso, compra la sua prima orchidea: da quel momento scoppia la febbre per queste suggestive piante che, nel giro di poco tempo, popolano casa sua arrivando a collezionarne più di un centinaio. Prima di approdare al lavoro della sua vita – più avanti scopriremo quale – Andrea frequenta il liceo scientifico (e pensare che non si è mai sentito Archimede Pitagora…), segue un apprendistato di falegname e “veste i panni dell’uomo che fa” per sette anni. Dopo un doloroso lutto in famiglia decide che la vita va vissuta nella sua pienezza e dà il ‘La’ alla sua nuova vita in compagnia delle sue inseparabili orchidee.


© Ti-Press / Samuel Golay

Se non si fosse capito il filo rosso di questo incontro è l’orchidea. Prima di incontrare Andrea, ho sempre pensato che fosse uno di quei classici fiori che si donano quando non si hanno particolari slanci creativi ma, lo ammetto, mi sbagliavo.
Da quando ho messo piede – e cuore – nella serra di Camorino di Andrea Martina mi si è aperto un mondo nuovo su questa pianta dalle molte e variopinte anime. Orchidable è l’unico centro in Ticino specializzato in orchidee botaniche e ibride. In Svizzera attualmente ne esistono sei. “Ho aperto Orchidable (orchidable.ch) per creare un centro olistico dedicato esclusivamente alle orchidee. Volevo far sapere alle persone che non esistono solo le classiche Phalanopsis commerciali o le specie in vaso. Ci sono varietà che meritano di essere conosciute”, ci confida Andrea. Ci sono fiori che prima di sbocciare impiegano anche un anno, della serie, se si è impazienti meglio forse optare per un cactus o un mazzo di fiori recisi. “Una delle mie virtù è la pazienza. Con le orchidee non si può avere fretta, hanno i suoi tempi, hanno bisogno di sentirsi a loro agio nell’ambiente che abitano. Ci sono piante che prima di fiorire ci mettono anche 15 o addirittura 20 anni. Per me è profondamente affascinante seguire i loro processi di vita: da quando appare una nuova radice a quando fanno capolino i primi fiori. A dirla tutta più le conosco e più emerge quel loro alone di mistero che le contraddistingue: si percepisce quel qualcosa di inafferrabile che orbita intorno alla loro essenza… e forse è proprio quello che mi ha fatto scoppiare la febbre 18 anni fa”.

Famiglia e natura

Fin da piccoli si possono ricevere imprinting e assorbire passioni dai luoghi in cui si vive e in cui si cresce. Andrea ha coltivato l’amore per il mondo vegetale grazie a Gaudenzio e Acquilina, i nonni materni che gli hanno trasmesso l’amore incondizionato per le piante. “Tutta la mia famiglia è sempre stata legata alla natura e agli animali, soprattutto mia mamma Silveria”.


© Ti-Press / Samuel Golay

Salto nel buio

La paura può paralizzare, non farci esprimere per quello che sentiamo di essere e, di conseguenza, costringerci a fare ciò che in realtà non ci rispecchia e non ci anima dentro. “Io ho fatto il classico salto nel buio. Ho mollato il mio lavoro da falegname e sono tornato a studiare presso il Centro professionale del verde di Mezzana. Non avrei avuto le carte in regola per iniziare quel tipo di formazione ma l’allora direttrice Anna Biscossa ha sentito che ero preparato e volenteroso e mi ha ammesso… e oggi, eccomi qui, con un diploma di floricoltore in saccoccia (e la media del 5,7) e con la mia attività professionale. Sono grato di quello che ho raggiunto, ma la cosa più bella è che le persone che frequentano la mia serra comprendono il lavoro che svolgo ma soprattutto la passione che c’è dietro. Ho iniziato con dieci piante e oggi ce ne sono più di 5’000”.


© Ti-Press / Samuel Golay

Musica

In serra non manca la musica, non potrebbe essere altrimenti visto che Andrea ha una predilezione per le sette note: è infatti presidente dei Cantori Delle Cime di Lugano. “Canto a cappella da quando ero un ragazzino. Per me cantare è una sorta di meditazione inconscia. Ogni giovedì sera abbiamo le prove del coro. Quello è uno dei pochi momenti tutti per me a cui non potrei mai rinunciare. Mi rilasso, non penso a nulla e la musica mi trasmette emozioni come solo le piante e gli animali riescono a fare”. Tra i canti popolari che Andrea predilige ce n’è uno friulano ‘A planc cale il Soreli’: “È un insieme di accordi molto dolci che mi infonde profonda pace. Se però voglio qualcosa di più carico ascolto i Queen oppure gli AC/DC mentre invece, se voglio farmi venir la pelle d’oca scelgo Luciano Pavarotti, della musica classica o dell’opera”.

Traguardo

E cosa direbbe Andrea Martina a qualcuno che è a un passo dal realizzare un proprio progetto imprenditoriale? “Prima di buttarsi a capofitto consiglierei di avere la testa ben appoggiata sulle spalle. Non basta dire: io faccio e voglio guadagnare! Per me è stato fondamentale accontentarsi dei profitti che arrivavano piano piano. Come con le piante bisogna prendersene cura senza essere troppo impazienti e pretenziosi. Bisogna essere equipaggiati di coraggio, costanza e vivere anche i periodi meno fruttuosi senza lasciarsi scoraggiare e guardare avanti con fiducia ed essendo orgogliosi di ciò che si fa. Non esiste il tutto e subito, è fondamentale seguire il proprio passo per arrivare al traguardo felici”.


© Ti-Press / Samuel Golay


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