Mauro Pellencini

La mani fatate di un maestro dell’arte motociclistica

Di laRegione

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

#meccanicodimoto #passione #competizioni 

Siamo negli anni Settanta. Allora 14enne, Mauro Pellencini inizia come apprendista meccanico e si sporca le mani con ciclomotori e motoleggere nella zona di Biasca, dando una mano al buon Masoni, «il Riccardo», uno dei due meccanici presenti nel borgo in quegli anni: «Avevo costruito un rimorchietto per il mio motorino dove potevo caricarci sopra i ciclomotori da riparare e portarli a casa del Fausto, mio padre». 
Alla fine del ’75 Mauro apre «a Cresciano il mio primo garage e contemporaneamente partecipavo al Campionato Svizzero Motocross con le Bultaco e le Maico prima, in seguito con le CR Honda». Dall’84 si dedica alle corse stradali nelle categorie Sport Production, Superbike e Supersport sempre e solo con il suo amore, le Honda, tra queste la mitica «RC30 Kit HRC». Corse stradali iniziate dall’amicizia e sull’esempio di un vero disegnatore di curve, il compianto Mimi Vedova, «che in quegli anni riprendeva pure lui le corse in circuito e le salite». Gare sui circuiti in tutt’Europa, Endurance e anche un Record mondiale sulle 24 ore percorrendo 5’900,426 km alla media di 245,851 km/h a Nardò, nel 1994, prestazione tutt’ora imbattuta. I ricordi che ancora emozionano? «Il record della Gerra Piano-Medoscio in 2’00’’54 nel ’96 con la Honda VFR750 (la Bianchina)». E poi il Bol d’Argent dell’89: una 4 ore Endurance che si svolge al venerdì sera tra il calar del sole e la notte, «prima del più blasonato Bol d’Or, una 24 ore a Le Castellet, sul vecchio circuito Paul Ricard con l’amico e coetaneo Seo Pellandini, condividendo il manubrio e vincendo la gara con una RC30 Stock».

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