Mida Fah Jaiman e lo ‘slalom’ della vita

Una bimba thailandese, una famiglia affidataria, l’amore per la neve e lo sci nati in Alta Leventina. Ma nuove decisioni e sfide già la attendono…

Di Gino Driussi

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

È nata il primo dicembre del 2002 a Mendrisio da madre thailandese. All’età di due anni è stata data in affido alla famiglia di Renzo e Roberta Venturini, di Catto, con la quale vive tuttora. Dal 2017 al 2021 ha frequentato la Scuola professionale per sportivi d’élite di Tenero. In seguito è stata assunta come apprendista di commercio dalla Valbianca SA, società attiva nel settore del turismo invernale ed estivo di Airolo e della Leventina, con la quale sta concludendo il tirocinio. Ha gareggiato per la Thailandia nello sci alpino ai Giochi olimpici invernali del 2022 a Pechino e quest’anno ai Campionati del mondo di Courchevel Méribel, in Francia. Fa parte dello Sci Club Airolo e della squadra Under 21 di TiSki, la Federazione Sci della Svizzera italiana. Abita a Catto, frazione di Quinto.


© M.F.J.

“L’importante non è vincere, ma partecipare”. Questa frase, attribuita al fondatore dei Giochi olimpici dell’era moderna, Pierre de Coubertin, si addice perfettamente a Mida Fah Jaiman, sciatrice che ha visto avverarsi un sogno: gareggiare ai Giochi invernali del 2022 a Pechino nel gigante e nello slalom, la sua disciplina preferita. Ma come è stato possibile che una giovane leventinese abbia potuto rappresentare la Thailandia a una rassegna che è senza dubbio il massimo delle aspirazioni per uno sportivo? Ce lo spiega lei stessa… “Mia mamma era thailandese. Quando avevo due anni sono stata accolta in una famiglia affidataria, che aveva già due figli. Ovviamente, non ricordo niente di quel momento, perché ero troppo piccola. Ho incominciato a sciare all’età di 3 anni per puro divertimento, quindi sono entrata dapprima nello Sci Club Rodi-Fiesso, poi in quello di Airolo. Le prime gare le ho disputate all’età di 7 anni, mentre ho esordito in una competizione internazionale FIS nel novembre 2018 a Diavolezza”. Una svolta importante nella sua vita è avvenuta nell’estate del 2021, quando la Federazione thailandese di sci ha preso contatto con lei in vista di una sua partecipazione ai Giochi invernali di Pechino. “È andata così. L’allenatore della nazionale thailandese di sci è un amico del tecnico di TiSki Alessandro Lazzarini. E così i due hanno parlato della possibilità che avrei avuto di gareggiare con passaporto thailandese. C’è stato subito un interesse reciproco, per cui le cose sono andate rapidamente in porto”.


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Pechino: un’esperienza tosta

E così, ecco la nostra Mida, appena ventenne, catapultata nel febbraio dello scorso anno alle Olimpiadi invernali di Pechino. “Per me è stata un’esperienza abbastanza tosta, direi. Sono atterrata in Cina da sola, in un ambiente completamente nuovo per me. Certo, non è stato facile ambientarmi, anche perché c’erano ancora le restrizioni del Covid, per cui eravamo tutti molto isolati ed era difficile percepire quell’atmosfera che caratterizza generalmente queste manifestazioni, dove tutti
gli atleti si mescolano e si ritrovano insieme. Dal punto di vista sportivo è stata un’esperienza incredibile. Il piccolo team thailandese comprendeva, oltre a me e ai tecnici e dirigenti, un altro sciatore alpino e due fratelli fondisti. Tutti e tre vivono in Italia, per cui potevamo parlare italiano tra noi, anche perché non so il thailandese”. Durante i Giochi di Pechino Mida è diventata molto popolare in Thailandia. Nella via centrale di Bangkok c’erano delle enormi gigantografie che la ritraevano. “Questo mi ha fatto uno strano effetto, perché dal nulla sono diventata improvvisamente popolare in un Paese dove non ero peraltro mai andata. Ci sono stata per la prima volta l’anno scorso, pochi mesi dopo la fine dei Giochi. È stato bellissimo e ho trovato gente molto accogliente e disponibile”.


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I mondiali in Francia

Con la preparazione e poi la partecipazione ai Giochi, la vita di tutti i giorni di Mida è naturalmente cambiata. “Quando ho iniziato il mio stage lavorativo ero all’80 per cento, poi la nuova situazione mi ha portato a spalmarlo su due anni al 50 per cento, quindi ho dovuto fare un ‘sacrificio’ dicendomi: ok, c’è questa possibilità, per cui mi prendo l’impegno di dedicare metà del mio tempo allo sport e metà al mio lavoro e direi che ne è valsa la pena”. Tanto più che lo scorso febbraio per lei c’è stato un altro importantissimo appuntamento, quello dei mondiali di sci a Courchevel Méribel. “È stata decisamente un’altra esperienza rispetto a Pechino, anche perché era più vicino a casa e c’era tutta la mia famiglia a sostenermi. Ho trovato tutto meno artificiale e più umano rispetto alla Cina. Per quanto riguarda i risultati, ho concluso tutte le quattro manche sia in gigante sia in slalom, il che non era avvenuto ai Giochi, per cui posso ritenermi senz’altro soddisfatta”.


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Uno sguardo al futuro

Concludiamo la nostra piacevole conversazione con questa sportiva semplice, modesta e, come si dice, dalla faccia pulita parlando del suo futuro. “Nei prossimi mesi dovrò prendere importanti decisioni. A luglio terminerò il mio stage alla Valbianca e avrò gli esami di fine tirocinio. La mia intenzione è d’iscrivermi poi alla Scuola universitaria federale dello sport di Macolin per diventare docente di sport. Dovrò quindi decidere se abbinare questo impegno allo sport agonistico o se fare un’esperienza universitaria completa. Spero anche di poter ulteriormente sviluppare la mia grande passione, che è quella dei viaggi”. Allora, il minimo che possiamo augurarle è di ricavare ancora tante soddisfazioni dallo sport e dalla vita, perché indubbiamente se le merita.


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