La scuola e l’età dello stress

A che serve avere bambini e ragazzi ‘sotto pressione’? A nessuno, nemmeno agli adulti

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo l’editoriale apparso su Ticino7, allegato a laRegione.

Secondo un sondaggio elaborato da Pro Juventute e condotto a cavallo tra il 2019 e il 2020 – prima dunque di lockdown e pandemia –, i bambini ticinesi sarebbero i più stressati della Confederazione (quasi 4 su 10), ma non lontani dai coetanei romandi e germanofoni (35% i primi, 31% i secondi). E più l’età avanza, più i ragazzi sono stressati. Secondo la Fondazione, all’origine del fenomeno vi sarebbero la famiglia e lo scarso interesse dei genitori nei loro confronti, ma soprattutto la scuola: “Esami, compiti, litigi in classe e bullismo portano a un aumento dello stress tra gli studenti”. Senza dimenticare il ruolo dei docenti: “Più negativa è l’immagine che l’insegnante ha della classe, più stressati sono gli alunni”, si sottolinea.
Rifatto oggi (immaginiamo) il sondaggio avrebbe dato risultati probabilmente “peggiori”, assodato che Covid, lavoro parziale e insicurezza non stanno aiutando le dinamiche familiari più fragili. Con l’inizio dell’anno scolastico alle porte, in “Ticino7” n. 35 apparso sabato potrete leggere un approfondimento dedicato proprio all’educazione scolastica e all’insegnamento delle materie artistiche (disegno, pittura, ma anche laboratori). Attività che andrebbero rafforzate e meglio integrate nella griglia oraria, secondo alcuni, a tutto vantaggio degli allievi e delle loro competenze, anche sociali.

 

 

 

 

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