Sabrina parla ai cavalli

Ama le sfide. E infatti ha seguito la sua passione mollando un mestiere sicuro in ufficio per montare in sella ai suoi cavalli e lavorare – soprattutto – con i bambini.

Di Natascia Bandecchi

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione.

È nata il 14 giugno 1988 e, come molti nati sotto il segno dei Gemelli, è chiacchierona e testarda (‘molto’ aggiunge lei), sia in positivo sia in negativo. Gli studi hanno portato Sabrina Luraschi Rezzonico a fare dalla segretaria all’assistente di direzione. Adora la neve, in passato era istruttrice di sci e, giusto per non farsi mancare nulla lavora, part-time per l’Hockey Club Lugano come giornalista sportiva. Altro? Le piace circondarsi di amici sinceri (pochi ma buoni), andare in montagna e, dulcis un fundo, imparare quello che la vita ha continuamente da offrirle.

La prima immagine che mi attraversa quando penso a un cavallo è la sua criniera che fluttua mentre galoppa. Una sensazione di libertà e di quiete mi pervade. Questa sensazione mi accompagna per tutto il tempo in cui sono allo Speedy’s Ranch di Pregassona chiacchierando con Sabrina. I suoi cavalli sono intorno a noi: pascolano beati mentre delle giovani amazzoni li cavalcano. “Ho sempre amato i cavalli, sin da piccola. Le prime parole che ho pronunciato sono state: mamma e cavallo (con molto dispiacere di mio papà che si aspettava di essere preso in considerazione). Sono saltata in sella a 10 anni, lo adoravo, ma ancora di più ero attratta dal rapporto che si creava tra me e il mio compagno a 4 zampe”. Da ragazzina Sabrina desiderava un luogo in cui poter prendersi cura dei cavalli dalla A alla Z. Un ambiente in cui poter imbastire una relazione profonda con l’equino. Questo luogo non lo trovò ma si ripromise che, “da grande”, ne avrebbe avuto uno tutto suo dove offrire a chi lo desiderava quello che lei non poté avere. “Per me è fondamentale che tutti indistintamente – anche le persone meno facoltose – possano avvicinarsi alle meraviglie dell’equitazione, senza puntare per forza alla competizione”.

Legame

Il primo trattato di equitazione risale al 350 a.C. e fu scritto dallo storico greco Senofonte, che diceva: “È più efficace convincere un cavallo, piuttosto che costringerlo. Per creare alchimia con i cavalli ci vuole tempo. Ce ne sono alcuni che ti permettono di entrare nella loro testa e nel loro cuore prima di altri. Essendo molto sensibili è necessario instaurare un rapporto basato sulla gentilezza e sulla reciproca fiducia. Non basta cavalcarli! Vanno puliti, accuditi, coccolati e ci vuole tanta costanza”. Il metodo Parelli è quello che segue Sabrina, una tecnica basata sull’assenza di coercizione che invita a instaurare un dialogo con il cavallo per capirne la sua natura intrinseca.

Accoglienza

Le si illuminano gli occhi quando parla di animali. Sabrina non ama solo i cavalli, fosse per lei salverebbe tutte le specie in pericolo. Nel suo ranch sono comparsi altri cavalli, due caprette, un vitello – oggi diventato un enorme bue; suo marito Paolo si è messo l’animo in pace e ha partecipato a un salvataggio lampo nei Grigioni – e due simpatici pony. “In generale mi piace far del bene agli animali. Prima di arrivare qui il nostro cane ha subito 5 abbandoni e tutti i gatti provengono da gattili. Voglio semplicemente dar loro la possibilità di vivere una vita serena e dignitosa”.

Donne (e uomini) in sella

In un’epoca in cui la parità di genere sgomita per conquistarsi sempre più terreno l’equitazione è ancora considerata un’attività più al femminile. Possibile nel 2020? “L’uomo predilige più la competizione che non l’accudimento del cavallo. Mi è capitato di avere degli adolescenti canzonati dai loro coetanei. Dicevano loro che andare a cavallo era un’attività da femminucce… Per me maschio o femmina non cambia, se alla base ci sono la passione e la gentilezza”. Allo Speedy’s Ranch non ci sono solo volenterose ragazze che danno una mano a Sabrina in cambio di galoppate nel verde. “Mio marito e mio papà mi aiutano tantissimo con la manutenzione e i lavori giornalieri – tanti – della tenuta”. Per far star tranquilla Sabrina suo marito Paolo le ha regalato al suo compleanno un sistema di videocamere, così lei può dare un occhio ai suoi quadrupedi “anche da casa”. Questo è proprio amore!

Uscire dagli schemi

Quando Sabrina non è in sella ai suoi cavalli scende in pista di ghiaccio armata di penna e bloc-notes per dar la parola ai giocatori e scrivere articoli per la rivista “Lugano hockey”. Non posso non chiederle quale sia il denominatore comune tra equitazione e hockey. “Secondo me sono due sport in cui è soprattutto necessario avere costanza e caparbietà. Sono attività che ti invitano a non mollare, a essere umili e a non perdere di vista chi sei e dove vuoi andare. Non basta la forza, ci vogliono anche testa e cuore”.

Spensieratezza

I cavalli trasmettono a Sabrina il desiderio di apprendere, di entrare in comunicazione con loro e andare oltre le apparenze. “È come imparare un nuovo linguaggio che si può utilizzare nella vita di tutti i giorni con chiunque. Non c’è giorno senza che ci sia un insegnamento da cogliere”. Non solo i cavalli regalano a Sabrina infinita gioia; ci sono anche i bambini che le mostrano come non diventare mai troppo adulta e accarezzare quella spensieratezza che solo loro sanno abbracciare pienamente”.

 

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