La vita in una stanza

Quando il tizio della ditta di traslochi è entrato col fiatone nell’appartamento, non credeva ai suoi occhi. E dai sono libri e dischi. Nemmeno fossero cadaveri…

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo l’editoriale apparso in Ticino7, allegato del sabato a laRegione.

È vero: essendo al sesto piano (mansardato) di uno stabile in centro, le rampe erano una dozzina, con un paio di “curve strette” per veri professionisti dello sgombero. E poi un vialetto in ghiaia lungo 50 metri, alberato, prima di giungere al cancelletto. La strada di accesso era a senso unico, e dunque c’era d’andare anche in polizia e capire come e quando chiuderla per, diciamo, due giornate buone (e forse un’altra mezza). Ma pure l’ultimo – in ordine cronologico s’intende – responsabile di una ditta di traslochi che aveva visitato l’appartamento faticava a stabilire “tempi e modi per portare via tutta quella roba”. Anche perché c’era da inscatolare, mica potevi gettare una biblioteca del genere giù dalla finestra.
“Chi è il genio che ha messo un magazzino all’ultimo piano?”, aveva chiesto in dialetto stretto un agente immobiliare il giorno prima, interessato ai 7 locali con doppi servizi, senza terrazza “ma con vista imperdibile” che si perdeva verso meridione. E allora giù a raccontare per l’ennesima volta che no. Che lì ci abitava uno zio, solo; anzi no, lui col cane Dracula e due gatti che passavano le giornate sul tetto. Che ci sentiva poco da un orecchio, ma di certo non gli mancavano la curiosità e la voglia di leggere. Di tutto, e in caso di bisogno anche l’elenco telefonico della contea di Grand Isle, nel Vermont. “Eh, è tanta roba…”, sbuffò l’agente tutto sudato. Sì, è una vita intera.

Articoli simili