Stalker. L’universo Tarkovskij

Storia e curiosità di un capolavoro senza tempo e senza luoghi (e per questo dannatamente contemporaneo).

Di Alba Reguzzi Fuog

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato del sabato nelle pagine de laRegione.

Nella Zona

Il film del cineasta sovietico Andrej Tarkovskij, Stalker (1979), è un viaggio metafisico attraverso un enigmatico paesaggio post apocalittico. Un’esperienza visiva rarefatta come poche. Una guida, lo Stalker appunto, conduce illegalmente uno scrittore e un professore nel cuore della “Zona”, un luogo a cui le autorità proibiscono l’accesso e nel quale pare vi sia una stanza dove si possono avverare i “desideri più intimi e segreti”. L’opera è pure visibile in streaming su YouTube in lingua originale con sottotitoli in molte lingue a scelta.

Metafora del desiderio

Il lungometraggio, due ore e 39 minuti, contempla innumerevoli letture: una parabola sulla distruzione ambientale attraverso fughe o attacchi di materiale radioattivo; un viaggio in uno dei tanti cimiteri industriali, oppure (e soprattutto) un’indagine filosofica sui desideri segreti dell’umanità. La “Zona” descritta da Tarkovskij è al contempo luogo spaventoso, quasi dotato di una coscienza, e meta di grande fascinazione che attrae i visitatori con la promessa di appagarli, sfidandoli in un viaggio ai confini dell’irrazionalità.

‘Roadside Picnic’

Quando nel 1972 i fratelli Arkadi e Boris Strugatzki pubblicarono il romanzo Picnic sul ciglio della strada, Tarkovskij ne rimase affascinato e li chiamò a collaborare alla sceneggiatura di quello che sarebbe poi diventato il film Stalker. In realtà sono pochi gli elementi che accomunano le due storie e il regista ha modificato il materiale originale per adattarlo al suo modello di produzione cinematografica. Dal 2016 Sony Pictures TV ha in progettazione una serie basata sul romanzo che finora, però, sta subendo continui rinvii…

Il maestro in Italia

L’uscita del film fu osteggiata in Russia, ma Cannes lo gratificò con un premio speciale. Le autorità sovietiche resero difficile il lavoro del regista, che nel 1980 raggiunse l’Italia dove, con l’amico di lunga data e sceneggiatore Tonino Guerra, filmò un documentario per la RAI, Tempo di viaggio. Sempre con Guerra – del quale quest’anno si celebrano i cent’anni dalla nascita – nel 1983 sviluppò Nostalghia, un film surreale su uno scrittore russo in viaggio in Italia. Entrambi sono disponibili in italiano, sempre sulla piattaforma YouTube.

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