Tullio Carrara e la difesa delle tradizioni

Come si proteggono la cultura popolare e le radici di un Cantone? Anche coi canti e coi costumi tipici… oltre a una sana passione per la terra e il buon vino.

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

#tradizioni #vigna #vinbrûlé

«Quando sei in giro da solo, vestito di tutto punto, capita che la gente si giri e ti guardi male. Ma basta essere un piccolo gruppetto e scattano i sorrisi». Insomma, Tullio Carrara, classe 1946 di Giubiasco, lo conferma: l’unione fortifica, soprattutto quando si parla di cultura popolare. Da quasi 40 anni fa parte del Gruppo Canzoni e Costumi Ticinesi di Bellinzona, dove ci si esibisce e si canta mantenendo alte e vive le tradizioni: «Siamo soprattutto del Sopraceneri, ma di recente sono entrati nel Gruppo anche alcuni appassionati del Mendrisiotto» precisa Tullio, che ritroviamo sui terrazzamenti della vigna che cura con passione a Giubiasco.

Di formazione tipografo – attività svolta nella storica sede delle Edizioni Casagrande in via del Bramantino –, dopo una vita passata tra caratteri mobili e programmi per la stampa oggi il signor Carrara sale «anche più volte al giorno i 214 gradini che dividono la strada dalle piante di vite», quasi tutte Merlot. «Finita la potatura, adesso sto procedendo alla pulizia dei canali dell’acqua; tenere una vigna non è da tutti, ti deve piacere, serve amore per la terra». Chi bazzica i mercatini di Natale, forse avrà intravisto il suo volto dietro alla bancarella del vin brûlé: «Sia chiaro, lo dicono gli altri, ma il mio è buonissimo! Di trucchi non ce ne sono, ma un piccolo segreto fatto di spezie miscelate quello sì…».

 

 

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