La Ficcanaso e quello che non possiamo permetterci

“Oh che belle, ma lei che lavoro fa?”. La cortese signora del negozio parlava delle mie scarpe: eh, certe cose fanno ancora la “differenza”…

Di Laura (la Ficcanaso)

Era un giorno d’estate e tardavo ad arrivare a casa per una pausa nel negozio riscoperto da poco, che era in grado di produrre pantaloni adatti a chi non ha propriamente un fisico da modella. Non so se la maturità sia accettare che non è più il tempo di strizzarsi in pantaloni a vita bassa o annuire stupite davanti allo specchio convenendo che sì, quella vita alta per cui prendevamo in giro le nostre madri ha oggi il non trascurabile vantaggio di contenere una pancetta rilassata. Forse maturità è non agghindarsi per andare in un negozio del centro di quelli con commesse arpie e irraggiungibili, non cercare di sembrare una di loro. Sta di fatto che in questo rispettabile ma modesto negozio sono andata normalmente vestita dopo un giorno di lavoro, ai piedi un paio di scarpe da tennis incredibilmente costose.

Sto uscendo dal camerino con gli ultimi pantaloni da provare e i miei gioiellini ai piedi quando la commessa nota la minuscola marca scritta sulla linguetta delle scarpe. Leggendo il nome del marchio di alta moda francese mi guarda con ammirazione: “Oh che belle, ma lei che lavoro fa?”.

Il sottotesto era chiarissimo eppure inammissibile per gente non avvezza a fare i conti: “Che lavoro fa per potersi permettere un paio di scarpe che costa come più della metà di uno stipendio medio di una persona della sua età?”. Sono impazzita di tenerezza per quella ragazza così naïve da pensare che al giorno d’oggi la gente compri ciò che può permettersi e sia adeguato al suo stato sociale, così ingenua da dire ciò che una commessa arpia è addestrata a non dire mai.

Ho pensato a lei molte volte in questi mesi. Ci ho pensato ogni volta che ho meditato di investire i miei risparmi in una borsa, ogni volta che ho incontrato per strada ragazze giovanissime con al braccio la “Saddle” di Dior. Siamo oltre la lezione di Sex and the City di anni fa, con Carrie che girava la città con vestito da 20 dollari e scarpe da 400.

In campo emotivo e sentimentale siamo continuamente a chiederci cosa possiamo e non possiamo permetterci, in fatto di diete ugualmente: posso permettermi un sushi se sto facendo una dieta low carb? Possiamo contare i sentimenti e le calorie, sappiamo fare di conto in molti campi, ma non chiedeteci di farlo quando si parla di accessori.

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