La seconda vita di Veronica

Artista poliedrica originaria di Ranzo, nel Gambarogno, se volete incontrare Veronica Branca-Masa oggi dovete salire, salire, salire…

Di laRegione

#montidicaviano #api(s)cultrice #silenzio

«Mi sento nel ciclo della natura». Basterebbe questa frase per inquadrare la personalità di Veronica Branca-Masa, classe 1953, scultrice, pittrice, artista poliedrica originaria di Ranzo, nel Gambarogno. Dal lago al monte: dopo molti anni spesi fra le rive del Verbano e l’atelier di Carrara, oggi per incontrare Veronica dovete salire sui Monti di Caviano, fra quei terreni noti come Cento Campi e che per quattro decenni sono stati accuditi da Walter Keller (che lo scorso anno ne ha cessato la cura «per raggiunti limiti di età»). Pare che un successore ora sia stato trovato, ci confida Veronica, qualcuno con lo stesso amore e la stessa dedizione. «Questo è un posto magnifico, a cui sono molto legata sin da bambina; per me è un ritorno alle radici». Veronica ha acquistato una piccola cascina con un grande terreno attorno, dove si rifugia per periodi sempre più lunghi. Le sue energie creative ora sono al servizio anche dell’apicoltura – «lo faccio da circa vent’anni, mi piace definirmi un’api-scultrice» dice sorridendo –, dell’orto e delle piante da frutta: «La scultura è un lavoro duro e impegnativo. Ora sento una necessità sempre maggiore di isolamento e di tranquillità. Di silenzio vero, come solo tra questi spazi selvaggi riesco a trovare».

 

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