Un mese di astinenza

Quando le rinunce fanno male (al corpo e allo spirito)

Di laRegione

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

Il giorno in cui prenderete in mano queste righe sarà passato quasi un mese. Trenta lunghi giorni che mi hanno vista ridotta come una persona del secolo scorso. A non avere nulla da dire alla macchinetta del caffè, improvvisamente estranea a quei momenti in cui persino i capi si concedono qualche confidenza. Tiri avanti con sorrisi di circostanza fino a che non hai il coraggio di dirlo pubblicamente: un mese fa ho detto addio ad Instagram e oggi mi ritrovo senza uno straccio di feed da consultare prima di dormire. Orfana della mia preghiera social della sera, ho riscoperto il grande amore per Twitter (del resto, Sanremo è alle porte), tastato il terreno con LinkedIn, ciondolato su Facebook. Ho persino accarezzato l’idea di leggere uno dei 24 libri accatastati sul comodino. 
Lo stesso piglio deciso e insieme indolente di quando chiudevo la porta in faccia allo «stronzo numero uno». C’erano periodi dell’anno in cui chiamava spesso ed era proprio in quei momenti che io di punto in bianco dicevo che così non poteva funzionare e lo rispedivo a casa, imponendo una punizione che ovviamente veniva percepita come tale solo da una delle due persone della coppia. Indovinate da chi?
I miei amici che sanno cos’è il digital detox mi dicono che Instagram non basta. Sembrano quelli che criticano ogni frutto che mangi e ripetono che la Dukan fa malissimo al fegato. Vorresti ribattere che intanto hai cominciato da qualcosa e questo ti sembra un ottimo obiettivo. Certo, bisognerebbe dedicarsi anche alle e-mail per imporsi di controllarle meno di 40 volte all’ora e provare un’azione definitiva contro questo demone che ci impedisce di rimanere concentrati sulla stessa cosa per più di 45 secondi. 
Ma da qualche parte bisogna pure cominciare e sono sicura che non c’è dottore che non apprezzerebbe lo sforzo di chi da settimane si domanda come è andato il viaggio di ritorno dalla luna di miele di Fedez e Chiara Ferragni. Sbircerò dal cellulare della mia collega o leggerò gli articoli dei giornali, evidentemente destinati a gente vittima dei propri propositi come la sottoscritta. O più probabilmente ricomincerò a dipendere dai tondini delle stories. Del resto il numero dello «stronzo numero uno» lo so ancora a memoria.

Articoli simili