Sono intime verità

Per mantenere un segreto, a volte è necessario raccontare delle bugie. Agli altri, e anche a sé stessi.

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo l’editoriale apparso in Ticino7, allegato del sabato a laRegione.

Nelle Memorie dal sottosuolo, Dostoevskij scriveva che l’uomo ha cose nella mente che “non rivelerebbe neanche agli amici, ma solo a sé stesso, e in segreto. Ma ci sono altre cose che un uomo ha paura di rivelare persino a sé stesso, e ogni uomo perbene ha un certo numero di cose del genere accantonate nella mente”.
Tra le medicine per sopravvivere a ciò che siamo (o che siamo diventati), alle delusioni, ai drammi, ai treni perduti o mai passati, ci sono le false verità. Le racconti a chi ti circonda e costruisci un sipario sociale, proiettando un profilo accettabile; tanto se va bene agli altri, non potrà che andare bene anche a te, pensi… Sino a quando qualcosa si rompe: quelle parole scritte che nessuno doveva leggere, quella fotografia fuggita dal “cassetto segreto”, quell’espressione insolitamente triste, quel gesto d’amore inatteso e spiazzante. Oppure, semplicemente, quel nostro incontrollabile bisogno di vivere e di condividere.

 

 

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