All’outlet dell’intimo
Metti un giorno che, tanto per provare l’emozione che fa, entrate in uno di quegli spazi di vendita dove tutto costa meno…
Di Laura (la Ficcanaso)
Pubblichiamo un contributo apparso in Ticino7, allegato del sabato a laRegione.
Ci sono provinciali più autolesionisti di altri, che oltre a coltivare sogni e abitudini al di sopra delle proprie possibilità (economiche e sociali) rifuggono ciò che altri provinciali, maggiormente dotati di senso pratico, sono soliti fare: frequentare gli outlet. Ora, immaginate di essere una di quelle persone e di ritrovarvi un giorno in un outlet di intimo. Quello che due giorni prima avevate deciso di abolire dal vostro armadio, stufe delle etichette lunghissime necessarie per indicare i posti più improbabili del mondo in cui la merce viene realizzata. Immaginate di andare in un posto del genere, di ritrovarvici per caso e di entrare, ovviamente, con il fermo proposito di non comprare nulla. Non solo perché il parco mutande e reggipetti di cui disponete vi consentirebbe di non fare la lavatrice per quattro settimane di fila, ma perché avete scoperto dentro di voi il gusto degli acquisti sostenibili, misurati, pensati. Il fast fashion non vi interessa, perché ormai sapete che maturità non è solo idratare i talloni, ma anche acquistare capi destinati a durare.
In pochi secondi avete di fronte un campionario di modalità per coprire e addobbare le chiappe che attraversa i decenni. Sì, perché all’outlet il cotone freschissimo che viene pubblicizzato adesso non c’è; pizzi, nylon e tessuti sintetici spopolano su ogni scaffale annebbiandovi la mente, mentre voi cercate di ricordarvi se siete una coppa A-B-C o se sia lecito chiedere a un commesso di indicarvi fino a che lettera arriva l’alfabeto. All’outlet ci sono ancora i perizomi invisibili, lo notate mentre la “over 50” di fronte a voi si china sul cestone “perizomi in offerta” mostrando quello che indossa lei. All’outlet ci sono le coppe piene di frange e lustrini, le culotte e gli slip brasiliani tanto amati da chi pensa di aver trovato il giusto mezzo tra sexy e zozzona. Non sai mai quello che può succedere, dice il saggio, quindi alla mutanda s’abbina sempre un reggipetto intonato. Tornate a casa con un completino giallo fluorescente con cui illuminerete le vostre notti. In un momento di follia i toni del cipria non vi appartengono più ed eccovi anche in viola e arancione, pizzi e brasiliane. Starete sveglie tutta la notte. A pensare che diavolo di canottiera bisogna abbinare con delle mutande viola e arancioni.