Fratelli, sorelle, nipoti. E altri legami di sangue

I figli si dovrebbero fare per amore. Ma solo con quello il frigo rimane vuoto. E qui iniziano i problemi, si sa.

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo l’editoriale apparso su Ticino7, allegato a laRegione.

Uno zio d’America che ti lascia ricchezze in terreni e denaro è roba forse da film. Uno che si prende cura di un nipotino – perché l’alternativa per i genitori sarebbero il nido o la famiglia diurna – è una manna caduta dal cielo. Solo le figure dei nonni possono spodestare gli zii dal piedistallo della santificazione familiare, coi primi magari in deficit di energie vista l’età che avanza (ma mica è detto); i secondi invece potrebbero peccare di inesperienza, sempre che a loro volta non siano genitori (e allora il problema è la mancanza di tempo).
Prendete il caso di Luisa: una relazione finita male, collaborazione con l’ex ridotta al minimo sindacale (e valanghe di acidi WhatsApp), un lavoro ma a turni (anche serali e il mattino presto) che non lasciano scampo. E per fortuna pure una sorella che non le dà solo una mano, ma entrambe le braccia. Senza di lei tutto (ma tutto tutto) sarebbe impossibile, fattore economico ed elasticità inclusi. E il cielo ha voluto che nella sua famiglia non si seguisse la legge dei “fratelli coltelli”. Sarebbero stati altri, inutili, dolori. 

 

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