Sui travestimenti e il folclore del male
Elaborare le tragedie è umano. Ma sdoganarle come un’innocua questione di costumi e ʻcuriositàʼ forse è troppo (anche se sotto elezioni ogni vota conta)
Di Giancarlo Fornasier
Pubblichiamo l’editoriale apparso sabato su Ticino7, allegato a laRegione.
Ogni tanto qualcuno ci casca, eh già. Ricordate il principino Harry che si era presentato a una festa vestito da nazi? Era il 2005 e per calmare le acque anche le scuse – dopo il putiferio – furono regali.
Ma di gente che ha creduto fosse divertente agghindarsi da SS o portare i simboli dell’Olocauto se ne trova un po’ ovunque (a ricordarseli). In particolare nella musica pop rock, personaggi spinti da una gran voglia di provocare. È noto il David Bowie ritratto mentre faceva (forse?) il “saluto romano” e certe sue dichiarazioni su Adolf: tutta colpa dell’ambiente berlinese, di una lettura poco accorta di Nietzsche e della cocaina a palate che gli annebbiarono la mente, vai a capire. Non si contano poi gli scatti in pieno punk inglese che ritraggono i Sex Pistols, i Siouxsie & the Banshees e i loro entourage con magliette e fasce al braccio recanti la svastica. Si gettarono nel filone pure i Joy Division con una nota copertina del 1977/’78 (ma gli obiettivi erano altri, si disse).
Anche i gruppi che si sono fatti ritrarre con cappelli e divise ispirate alla Luftwaffe della Wehrmacht non sono pochi, una moda che negli Usa piace in un certo ambiente dell’hard rock di matrice bianca (bandiera sudista inclusa). E allora, che vuoi che sia se anche da noi ci sono candidati alle prossime Comunali che “per provare” andavano in giro vestiti da fascisti e passano dal nazismo all’anarchia? Tanto va tutto bene, come a Carnevale.
LA CITAZIONE
“Television is the most successful fascist, needless to say. Rock stars are fascists, too. Adolf Hitler was one of the first rock stars” (David Bowie, Playboy, settembre 1976)
Il Duca Bianco e una teutonica Mercedes: ma che fa, saluta…?
© publico.es
In ordine di apparizione: Siouxsie (cantante dei Banshees), Lemmy Kilmister (Motörhead), Brian Jones (Rolling Stones), Sid Vicious (diventata ahinoi l’iconica immagine dei Sex Pistols) e i controversi Laibach. Ma si potrebbe continuare.
Una provocazione in piena scena punk, o solo un’infantile idiozia. Certo, i Clash di Joe Strummer certe cose non le avrebbero né fatte né indossate.
Fine anni Settanta: da Manchester con furore (ma forse hanno solo esagerato…).