La scaramanzia e altri gesti per sopravvivere (al peggio)
Ha scritto Alejandro Jodorowsky: ‘Essere razionali è bene, ma essere soltanto razionali è una lebbra, una peste, una malattia’. Uomo avvisato…
Di Red.Ticino7
Pubblichiamo l’editoriale apparso su Ticino7, allegato a laRegione
Il mondo dello sport ne è pieno, e i prossimi (parecchio discussi) Mondiali in Qatar ce ne mostreranno alcuni in diretta tv. Il fatto che non abbiano nulla di scientifico li pongono nella sfera della “superstizione”. In più, non ci sono test che possano provarne la bontà: funzionano con alcuni (a sentire loro) ma non con altri… Se ne parli in pubblico, ahi, la derisione è assicurata, anche se poi, sotto sotto, sono in pochi a non averne almeno uno, che applicano con una certa frequenza. Con un po’ di attenzione certi comportamenti li “becchi” subito: come quel tizio che, tutti i giorni, passando da una grande piazza di Bellinzona evita con cura di calpestare i riquadri di pietra lucidata, muovendosi invece solo sul cemento: saltella, timidamente, con circospezione, più rilassato una volta raggiunta “la salvezza”.
Ma perché certi oggetti, luoghi particolari, parole considerate “fortunate” oppure movimenti del corpo, gesti, colori e segni dovrebbero permetterci di raccogliere quelle forze (inafferrabili e misteriose) aiutandoci a evitare il peggio? E quali sono le loro origini (molto, molto antiche)? Ne parliamo in un contributo presente nel numero in edicola questo sabato,19 novembre, lontani da preconcetti e pretese “di verità”. Perché, come spesso avviene quando cerchiamo di capire chi eravamo e chi siamo, con la sola razionalità certe cose proprio non tornano.