Passione & tradimento: va dove ti portano le emozioni
Perché una donna tradisce? Cosa la spinge a cercare relazioni oltre il matrimonio e il poliamore? Una questione di “sesso e noia”… o c’è dell’altro?
Di Sara Rossi Guidicelli
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, inserto allegato a laRegione
Abbiamo spiato dal buco della serratura nella vita di sette donne che hanno una relazione segreta e la vivono come un arricchimento necessario. Riflessioni sulla monogamia e altre forme d’amore.
Per scrivere questo articolo ho cercato libri sul tema del tradimento (molti romanzi o film lo hanno trattato, più rari sono invece i saggi), mi sono rivolta alla sessuologa Isabel Londoño e soprattutto mi sono intrufolata in un gruppo molto esclusivo di donne che si trovano insieme per discutere di questo argomento. Sette amiche che condividono una situazione precisa: essere in coppia e avere anche una relazione con una terza persona. Qualche anno fa avevo chiesto a una società di maghi di poter partecipare a una loro riunione segreta, ma non avevano voluto. Le sette ribelli, invece, mi hanno detto subito di sì… A patto ovviamente di mantenere l’anonimato. Che cos’è un tradimento? Un bacio, un flirt, un amore proibito, il calore di un momento? Un incontro fuori dalla coppia, mi rispondono, è prima di tutto una novità, un ascolto della propria parte curiosa, il lato misterioso della vita. È una primavera. Un’uscita dai ranghi, un passo verso l’ignoto.
Perché si tradisce
Le donne che incontro hanno tra i 29 e i 50 anni. Sentono che una relazione di coppia alla lunga le impoverisce; una coppia chiusa può essere generatrice di nevrosi, frustrazioni, solitudine, silenzio, anche a volte addirittura violenza. A volte, mi spiegano, non tradire il compagno o la compagna significa tradire sé stessi o il corso della vita. Quando si tradisce si cerca un’altra persona o un’altra versione di sé stessa? Un tradimento può essere salvifico per la coppia? Per il proprio mondo interiore? Perché l’essere umano ha scelto (per ora) di stare due a due? I nostri figli sceglieranno liberamente tra monogamia e poliamore? “Io scelgo il tradimento”, ride Emilia. “La coppia è geniale, se funziona. Da soli è un po’ poco, in più di due diventa complicato. Però… uno spazio segreto per me è importante, per non perdermi”.
L’innamoramento umano, biologicamente, dura tre anni. In questa fase vengono liberate molte energie in nome della coppia: gli ormoni producono gioia, creatività, grande attenzione verso l’altra persona. Poi, questo stato di eccitazione va scemando e a volte lascia il posto a quel legame profondo che chiamiamo amore. Molti animali funzionano così: stanno insieme fino a quando i cuccioli hanno bisogno di due genitori per essere accuditi, poi la coppia si scioglie. L’essere umano invece ha ‘inventato l’amore’ per questioni pratiche come trasmettere cultura alla prole, sostenersi nella vecchiaia, e lo ha istituzionalizzato in ‘matrimonio’.
I romantici lo hanno poi sublimato e si è cercato di capire se l’amore potesse essere eterno. Cosa che in Occidente viene messa sempre più in discussione con famiglie allargate, relazioni poliamorose, vite da single. Ed ecco: il tradimento sarebbe un tentativo di scrollarsi di dosso le limitazioni date dalla monogamia, che non fa parte della nostra natura. Ma, come mi confermano le mie informatrici, con implicazioni molto diverse.
“Io tradisco il mio compagno perché incontro uomini che mi fanno perdere la testa. Semplicemente: continuo ad amare lui, ma mi innamoro di altri”.
“Io non mi innamoro dei miei amanti, ma grazie a loro mi sento viva, giovane e diversa: rinasco”.
“Io non stavo bene nel mio matrimonio e volevo scoprire se ero ancora desiderata da qualcuno”.
“Io invece tradisco solo quando sto bene in coppia: se ci sono difficoltà, cerco di metterle a posto. Ma quando va tutto bene, sono così contenta che mi capitano delle storie”.
“Capita, meravigliosamente capita. Ed è così sano, per me, che non mi sento neanche in colpa”. “Oh, io sì, mi sento dilaniata e sto male, ma non posso farne a meno”.
“Io sto male quando sono tradita, e non capisco perché, visto che io stessa tradisco con grande leggerezza, dato che continuo ad amare mio marito. Preferisco dunque non sapere né far sapere”.
“Quando due persone si trovano sotto l’influsso della più violenta, demente, delirante ed effimera delle passioni, si pretende che giurino di restare ininterrottamente in quella condizione euforica, anomala e logorante finché morte non le separi”
(George Bernard Shaw, 1856-1950)
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La ricerca di qualcosa di meglio… Oppure semplicemente di diverso
Si chiede molto oggi dal matrimonio: stabilità, sicurezza, fiducia. Ma senza un pizzico di mistero come si fa? Come dice Esther Perel, la maggiore esperta di infedeltà, oggi cerchiamo la perfezione su questa terra invece che in Paradiso. “Dammi conforto e tienimi sulle spine. Dammi familiarità e dammi novità. Dammi continuità e sorprendimi”.
Oggi gli amanti cercano di tenere sotto un unico tetto desideri che da sempre hanno vissuto in case separate. E ci si aspetta da un’unica persona quello che prima si prendeva da un intero villaggio: solidarietà, aiuto pratico, cura, ascolto, piacere fisico, spirito di avventura, procreazione e aiuto nell’educazione dei figli. E, aggiunge la psicologa: viviamo due volte più a lungo di un tempo, non è dunque strano che molti facciano a tempo a essere delusi e a stancarsi del partner: “Oggi non divorziamo più perché siamo infelici; divorziamo perché potremmo essere più felici”. Un tempo negli uomini era considerato ‘naturale’, oggi questa distinzione non si fa più, riguarda tutti e tutte.
Mirella è la più sensuale del gruppo. È sdraiata sul divano mentre parla e sorseggia un liquore di ciliegie. Spiega che secondo lei è impossibile trovare in un’unica persona tutto quanto si ha bisogno in una vita intera: “È un po’ il pacchetto completo che ricevi quando ti metti insieme. Uno ti piace perché è carino e attento e sarà un buon padre per i tuoi figli. Poi però a me piace quel pizzico di perversione che in lui non trovo… e vi giuro che ci ho provato”.
Quindi, se scatta il desiderio, all’inizio prova a resistere ma poi spesso cede: “Ho l’impressione che tradirei me stessa se non lo facessi. Potrei rinunciarvi ed essere infelice, chiusa e spenta. E allora mi chiedo: perché no?”.
“Rispetto per me non è sinonimo di fedeltà” , parla Francesca. “Rispetto per il partner è amarlo, dargli importanza. Non è certo dirgli tutto quello che fai. E nemmeno dargli l’esclusiva del tuo corpo e della tua anima. Io non potrei pensare di rinunciare né a lui né al mio amante. So che se lasciassi il primo per mettermi con il secondo, tra sette anni sarebbe uguale. Sarei noiosa io e noioso lui. Non mi sento in colpa, perché sono in accordo con me stessa e grazie al fatto che mi do ascolto, sono pienamente presente quando sono a casa. Quindi, per me è la cosa giusta. È la società che sbaglia quando vuole inculcare il mito della monogamia a ogni individuo, come se tutti avessimo bisogno della stessa cosa. Innamorarsi fa parte della vita, non a tutti succede una volta sola”.
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Dirlo o non dirlo?
Samira è l’unica delle sette che lo ha confidato al marito. “Io non posso non dirlo. Siamo molto legati. Però è difficile: lui vuole accettare la mia relazione, ma ha anche il timore che mi porti via dalla famiglia. Ci siamo proposti di avere una coppia aperta, anche se poi sono io la prima ad aver paura di soffrire a mia volta di gelosia. Come si fa? E poi a livello sociale come spiegarlo agli altri?”.
Già, come si fa? Per alcuni, come Francesca, la gelosia è un fastidio superabile: chi ne soffre lavora su sé stesso per toglierselo. Altre dicono: basta rassicurare, essere presenti e vogliosi e poi si possono avere più partner senza far soffrire. A Samira piacerebbe sperimentare qualcosa di simile al poliamore, una specie di rete di persone che hanno relazioni amorose e tutte sono al corrente di tutte. Parole dello scrittore Tomaso Vimercati (Oltre la monogamia. Confessioni di un anarchico sentimentale; più in basso): “Paragonerei il poliamore a una casa più spaziosa della monogamia, ma più difficile da tenere in ordine”.
Sul giardino segreto, c’è un’altra donna che ho interpellato. Una persona di un’altra generazione, che ha vissuto una vita intera con due grandi amori. Una volta si rammaricava che la sua nipotina non dicesse mai bugie; le ho chiesto di spiegarmi perché le dispiacesse e mi ha detto più o meno così: “È bello mantenere qualche segreto per sé, non correre a raccontarsi tutto, formarsi un substrato di esperienze molto personali. A volte ho pena per i bambini di oggi che crescono costantemente sotto lo sguardo degli adulti, guai se sfugge una parolaccia, se si ruba un frutto da un albero, se non si rispettano tutte le regole, e sono tante. Noi da ragazzi rubavamo la frutta, era una festa per noi, e il contadino ci rincorreva gridando. La mia nipotina impara tanti buoni valori, per carità, ma io la invito anche a sviluppare l’astuzia, la finta ingenuità se occorre, la furbizia se si trova in difficoltà. Non le considero bugie, ma recite! Messe in scena, giochi. Penso che sarebbe utile fare per una volta l’elogio del tradimento, come forma di sperimentazione e intelligenza dei rapporti e fedeltà a sé stessi”.
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Trasformare l’infedeltà
Certo, il tradimento fa discutere. C’è chi è contrario per principio, chi ha paura della sofferenza, chi dice che quando scegli qualcuno e quel qualcuno ti sembra che abbia dentro tutto il mondo, allora non hai bisogno di cercare altrove. C’è chi è in grado anche dopo vent’anni di offrire baci appassionati e chi dice che per fortuna quel periodo pazzo e sconvolgente dell’innamoramento a un certo punto passa. Torni a mangiare, riesci di nuovo a concentrarti su ciò che stai facendo, non perdi un ombrello a settimana… meno male.
Ci sono persone che restano ammantate di mistero anche dopo molti anni e molte colazioni in pigiama. C’è anche chi fa incetta di novità in luoghi che non sono per forza un letto: può essere in un viaggio stimolante, un progetto nuovo, una sfida personale come imparare una nuova lingua, cambiare casa, scrivere un libro. Alcuni dicono che il segreto sia sorvolare sui difetti del partner, smettere di cercare la perfezione, lasciar correre. Altri dicono che sia necessaria una stanza per ognuno, vacanze separate o addirittura due appartamenti. Qualcuno pensa che ci siano persone fatte per la routine e altre che non vanno ingabbiate, e quindi che vada trovato un equilibrio diverso per ognuna di loro.
Esther Perel non consiglierebbe a nessuno il tradimento, come non consiglierebbe a nessuno un tumore; però ha visto che, sia l’uno sia l’altro, a volte danno una svolta a una coppia in crisi. Secondo lei, il matrimonio ha bisogno di nuove possibilità. Quando qualcosa non funziona, la gente è più disposta a infrangere le regole che non a rivederle.
Il matrimonio scricchiola, allora si fa qualcosa contro il matrimonio di nascosto. E, invece, il suo lavoro la porta a ricucire le coppie che hanno vissuto un’infedeltà dolorosa. Alcuni aprono la relazione dopo aver scoperto un tradimento, altri si danno nuove regole, tutte loro. Lei li aiuta ad ascoltarsi: non come vittima e colpevole, ma i bisogni di entrambi. Le delusioni di entrambi. A volte chi tradisce si era sentito tradito in un altro modo prima.
“Da quando lo tradisco, mio marito – che non mi toccava da tre anni – si è risvegliato”, commenta soddisfatta Ginevra. “Chissà cosa è successo; lui non sospetta niente, ma credo che io sia diventata diversa. Mi ero assopita nella gestione familiare, mentre riscoprirmi desiderata, divertente e leggera mi ha fatta rinascere”.
Dove ci porta tutto questo non si sa. Quello che è certo è che si sta aprendo una nuova frontiera: dopo la conquista del matrimonio per amore e l’amore senza il matrimonio, dopo le famiglie ricomposte, da alcuni decenni si parla di poliamore, cioè più amori in contemporanea. Vedremo, noi o i nostri figli, come avverrà la ridefinizione di amore, di coppia, di matrimonio. Perché un matrimonio può anche essere per sempre, ma il matrimonio forse non lo è.
PER SAPERNE DI PIÙ
– Così fan tutti. Ripensare l’infedeltà di Esther Perel (Solferino, 2018)
– La zoccola etica. Guida al poliamore, alle relazioni aperte e altre avventure di Dossie Easton e Janet Hardy (Odoya, 2016)
– Oltre la monogamia. Confessioni di un anarchico sentimentale di Tomaso Vimercati (TEA, 2022)