Fare per crescere, sin da bambini

Autostima e manualità si coltivano sin da piccoli. Anche se la materia parrebbe non essere la più consona

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo un articolo apparso su Ticino7, allegato a laRegione.

Inizio anni Duemila. In un laboratorio universitario alcuni studenti si cimentano con lo studio e la lavorazione delle malte. Quelle per fare intonaci e apparati decorativi per intenderci, arte di cui in Ticino siamo stati maestri sin dal Quattrocento. Un docente osserva gli studenti mentre lavorano con profili e cazzuole i composti: calce, acqua e sabbie in vari dosaggi vanno miscelate con cura, come insegnavano i romani. Ma i gesti degli studenti non sono sempre i più eleganti e plastici: “Si vede che da piccoli non avete giocato con la cacca…”, sentenzia il responsabile del corso. Più che una battuta, la sua era una constatazione pedagogica: toccare, esaminare, manipolare quello che il nostro corpo espelle rientra in una delle numerose e fondamentali fasi di crescita dei bambini (Freud la definì ‘fase anale’) e, come molti genitori sanno, ‘fare la popò’ è un regalo che i piccoli dedicano a chi sta loro attorno.
“È tutta per voi, mamma e papà!”. E a caval donato…

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