MSN: quando parlavamo con gli sconosciuti

Nell’aprile del 2013 Windows Live Messenger si spense per sempre. Vogliamo ricordare qui, fra pregi e difetti, lo storico sistema di messaggistica

Di Marco Narzisi

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

I trentenni e i quarantenni di oggi ricorderanno (forse) l’8 aprile di una dozzina di anni fa: era il 2013 e Windows Live Messenger – allora da tutti noto come MSN – si spense per sempre. Vogliamo ricordare qui, fra pregi e difetti, lo storico sistema di messaggistica che, a modo suo, è stato un anticipatore.

Il 2013, nella memoria di molti utenti del web è un anno funesto. Quella data, infatti, vide il pensionamento di uno dei software a cui è legata la memoria collettiva degli attuali 30-40enni e che contribuì in modo sostanziale a sdoganare il fatto che sul web si potessero conoscere persone con cui parlare anche per ore, quotidianamente, anche senza mai incontrarsi di persona. Stiamo parlando del compianto Windows Live Messenger, un nome ufficiale che indica quello che, per tutti, era, è e rimarrà sempre MSN, lo storico sistema di messaggistica di Windows.

Anonimato assoluto

Aprire MSN era un’azione quasi automatica dopo l’accensione del computer (all’epoca quello fisso, al massimo il portatile): un check ai messaggi persi, uno sguardo alle richieste di contatto, aggiornare lo status, poi subito a vedere chi era online nella lista di amici, salutare quelli con i quali si chiacchierava più spesso o con cui, caso frequente, si giocava sullo stesso gioco di ruolo online.

Il bello (e il brutto) di MSN era che la possibilità di contattare emeriti sconosciuti, che è al contempo un pregio e una piaga degli attuali social, era sostanzialmente pari a zero: o avevi il contatto dal diretto interessato (l’indirizzo e-mail di registrazione) o niente da fare. E se magari l’amico in comune ti dava il contatto della tipa o del tipo che ti interessava dovevi aspettare pazientemente che i suddetti accettassero la richiesta di amicizia, il che non era scontato se la sopraindicata arrivava da bellodemamma@hotmail.it o polpettinalsugo99@yahoo.com. Perché in quegli anni, nei primi Duemila e dintorni, quando si creava un nuovo indirizzo e-mail un po’ non ci si fidava di rendere pubblici nome e cognome, e un po’ c’era ancora l’abitudine, derivata dalle chatroom, di usare i nickname, che Facebook e compagnia bella hanno un po’ estirpato.

Da qui l’altra grande caratteristica di MSN: l’anonimato potenzialmente assoluto. Sapevi solo quello che l’altra persona ti diceva, persino del nome non potevi essere del tutto certo: a distanza di molti anni, ho scoperto per vie traverse che Tizio da Belluno che nel gioco che frequentavo interpretava il capo dei vampiri era in realtà Tizia da Caltavuturo, o che il belloccio di cui s’era invaghita l’amica in realtà era una tizia che si divertiva a lasciare la gente “appesa” fingendosi uomo. Oggi si chiamerebbe catfishing, allora assumeva denominazioni che ci asteniamo dal riportare qui per non turbare la sensibilità dei lettori. Se poi qualcuno/a ti bloccava era finita: perso/a per sempre, adios, buona vita.

C’era poi un modo in cui potevi far sapere agli altri cosa stavi facendo, le ultime novità della tua vita, la musica che stavi ascoltando o, perché no, dichiarare il tuo amore per Tizio o Tizia: gli status, le scrittine che si potevano inserire in cima e che poi Facebook riprenderà integralmente come concetto. C’era chi lasciava citazioni e chi invece restava criptico, lanciando segnali affinché chi doveva capire capisse o, più spesso, per essere contattati con la consueta domanda “Hey, che succede?”: perché dirlo, evidentemente, apportava meno carisma e sintomatico mistero. Oggi su Facebook c’è chi si tagga in ospedale: i tempi cambiano, le richieste di attenzioni no.

Lacrime nella pioggia

Un’altra novità introdotta da MSN e che diverrà poi parte del nostro quotidiano chattare? Le emoticons, anche quelle animate. Io ne avevo una che, con la mia fidanzata di allora, era stata ribattezzata la faccina LOL (lot of laughing, “che ridere” in inglese), perché appariva scrivendo, appunto, LOL: era una faccina che ammiccava alzando ritmicamente le sopracciglia con un sorriso malizioso, ottima per esprimere ermeticamente apprezzamenti un po’ “hot” (o per ammiccare in modo idiota).

Se pensate poi che i gruppi di WhatsApp in cui venite infilati contro la vostra volontà siano una piaga moderna, sappiate che già con MSN esistevano le chat di gruppo, in cui si finiva altrettanto involontariamente insieme ad emeriti sconosciuti identificabili solo tramite gli oscuri nickname o indirizzi e-mail di cui sopra: se eri una ragazza, ricevere una valanga di richieste d’amicizia un attimo dopo era all’ordine del giorno.

Ma c’è qualcosa che, vivaddio, su MSN è nata e su MSN è rimasta, che nemmeno Skype si è sognato di implementare, quella funzione inventata probabilmente da uno sviluppatore propenso allo stalking, o da qualcuno che aveva bene in chiaro come rompere i cabbasisi al prossimo, anche virtualmente: i trilli, l’equivalente del mai compianto (e che bruci nell’inferno digitale) squillo sul telefonino, che non solo era acusticamente fastidioso, ma ti shakerava bene la finestra di MSN, interrompendoti magari sul più bello di una chat appassionata. Addio, non ci manchi affatto, strumento del demonio.

MSN, come detto, fu chiuso definitivamente nel 2013 e tutti i contatti e le chat furono migrati su Skype, per chi ovviamente ne faceva uso: per molti, soprattutto chi non aveva già allacciato i contatti su altri canali come Facebook, questo ha significato perdere i contatti con persone con le quali si chiacchierava quasi quotidianamente, amicizie che si erano consolidate anche solo virtualmente.

Ogni tanto mi capita di pensare ad alcuni di loro, a quei nomi senza un cognome, facce viste solo tramite l’avatar, voci mai sentite se non, a volte, in qualche messaggio vocale (altra innovazione resa comune da MSN), mi chiedo cosa facciano, dove vivano, se stiano bene. E un pensiero mi passa per la testa. “Ecco, magari gli faccio un trillo”. Il 5 maggio, si apprende recentemente, chiuderà poi anche Skype: si potrebbe dirla una tecno-nemesi, un rancoroso “ve l’avevamo detto”. Ma ormai niente potrà ridarci le nostre vecchie conversazioni su MSN: “E tutte quelle chat andranno perdute nel tempo, come lacrime nella pioggia” (cit.).


L’indimenticato logo di MSN

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