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Le relazioni sentimentali sono in crisi: i matrimoni diminuiscono, aumentano le app di incontro, ma il risultato è sempre zero

Di Fabiana Testori

Pubblichiamo un contributo apparso su ticino7, allegato a laRegione

Dalla metà del secolo scorso circa, le cifre relative al matrimonio sono in caduta libera – sì, anche nei Paesi più conservatori –, questo nonostante i piani di incentivazione della famiglia messi in atto dalla politica. Le relazioni sentimentali stanno vivendo trasformazioni sostanziali e queste sono dovute a diversi fattori. Fra le principali ragioni dei cambiamenti in corso ci sono la tecnologia con il suo stuolo di app di incontri (che hanno liquefatto e al contempo reso inconsistenti i rapporti), la secolarizzazione della società e l’infantilizzazione delle generazioni. Una via di uscita ai rapporti sentimentali puerili, ce lo dice la filosofia, è lavorare sulle nostre abilità emotive.

Le cose si sono complicate e allo stesso tempo, grazie alla tecnologia, sono diventate molto semplici. Le statistiche però testimoniano che l’addizione delle due constatazioni dà comunque sempre zero. Le relazioni amorose moderne sono a somma nulla e l’unica a farne da padrona sembra essere la confusione.

Due conti: nel 2023 in Svizzera si sono celebrati 37’763 matrimoni e si sono sanciti 15’598 divorzi. Nell’Europa dei 27 invece, nel 2022, le nozze sono state circa 1,9 milioni, con 0,6 milioni di divorzi. Secondo l’Eurostat, il tasso di matrimoni nell’Unione europea si attesta al 4,2% ogni 1’000 persone (dato molto simile a quello nazionale), mentre quello relativo ai divorzi si situa all’1,6% ogni 1’000 abitanti (quello svizzero è all’1,8%). Nel 1964, lo stesso tasso di matrimoni in Europa era dell’8% ogni 1’000 persone, cioè quasi il doppio di quello attuale. La tendenza è globale e va ben oltre l’Occidente. Infatti, quest’andamento si riscontra anche in Paesi fortemente tradizionalisti e conservatori, nonché nelle autocrazie e nelle dittature.

Fenomeno universale

Già nel 2013, la rivista statunitense The Atlantic confermava, statistiche alla mano, il declino del matrimonio come fenomeno universale. Più di dieci anni fa, quindi, l’87% della popolazione mondiale viveva in Paesi con percentuali matrimoniali in caduta costante fin dagli anni 80.

Negli USA il tasso di nuzialità è crollato del 60% negli ultimi cinquant’anni, mentre nell’illiberale Cina si registra un calo continuo da nove anni a questa parte.


© Keystone
La Borsa dei single a Shanghai

La situazione non si dimostra differente nemmeno nella Federazione russa dove, nonostante le politiche e gli incentivi statali a favore della coppia e della natalità, i matrimoni sono diminuiti del 10% nel 2023, mentre in Giappone, Paese conservatore per eccellenza, il numero delle unioni è sceso del 5,9% lo scorso anno, raggiungendo il numero di 489’281 e attestandosi sotto il mezzo milione per la prima volta in 90 anni.

L’esempio asiatico

Ed è proprio nel Paese del Sol levante che nascono contromisure inedite per tentare di arginare il fenomeno. Tant’è vero che sono nate delle vere e proprie associazioni che si occupano di trovare profili compatibili fra la generazione dei Millennial. Non si tratta però di agenzie matrimoniali classiche o di una nuova piattaforma tutta nipponica sulla falsariga di Tinder, ma di grandi eventi, organizzati nelle più importanti città giapponesi dove si ritrovano i genitori dei candidati. Disperati per la situazione di nubilato/celibato della propria prole, stressata, fra l’altro, da ritmi lavorativi insostenibili, con una media di 70 ore a settimana, che ben poco spazio lasciano agli incontri romantici, i genitori sognano di sistemare i propri figli in un matrimonio vantaggioso e di diventare presto nonni.

La partecipazione a questi incontri, promossi dall’Association of Parents of Marriage Proposal Information, in cui si decantano le virtù dei propri figli alla ricerca di un match interessante, costa l’equivalente di 100 dollari e, apparentemente, l’interesse verso questo tipo di eventi è in costante crescita.

Se il fatto di immaginare la propria madre o il proprio padre discutere con altri genitori i cui figli sono anch’essi adulti da tempo, con l’obiettivo di creare un’unione basata su criteri fisici, disponibilità economiche, statuto sociale e possibilità di concepire degli eredi può far sorridere, sarebbe sciocco relegare il fenomeno alla sola realtà nipponica o, in generale, orientale. L’Occidente progressista e moderno vive lo stesso sconquasso nelle relazioni e i problemi sono condivisi, anche se i mezzi impiegati per trovare delle soluzioni sono differenti, ma non per questo meno ridicoli.

Nella rete: Tinder e le altre

Viviamo in un mondo in cui la maggioranza degli incontri “romantici” si svolge in rete. Le applicazioni mobili di incontri (virtual dating) hanno completamente stravolto le modalità di contatto e del corteggiamento (fatturando miliardi), come la leader mondiale Tinder, ma anche Bumble oppure Hinge. È raro che oggi un primo incontro romantico avvenga offline, nella vita di tutti i giorni, per caso, se non per occasioni fortuite, sul posto di lavoro o attraverso conoscenti comuni. Le applicazioni di online dating hanno spalancato le porte a una scelta di candidati pressoché infinita (sebbene illusoria). È sufficiente passarli in rassegna scegliendo chi potrebbe piacerci e chi invece no con un semplice movimento sulla tastiera del telefono.


Nathalia L. Brignoli

Il mercato della grande distribuzione ha trasformato le persone e le loro richieste sentimentali in merce esposta su un catalogo virtuale: il summum del capitalismo ha raggiunto il cuore (non più solo il corpo e la mente) dell’essere umano. E quest’ultimo, senza esitazione, si è detto consenziente. Lo spiega bene la giornalista Nathalia L. Brignoli, già caporedattrice della rivista ELLE Suisse e Paris Match Suisse, i cui studi in psicologia l’hanno certamente sostenuta nella scrittura del libro Le chaos de la séduction moderne (il caos della seduzione moderna) edito in francese da Editions Favre, 2016: “Gli uomini hanno ben valutato la situazione, i vantaggi e gli inconvenienti e si sono schierati dalla parte della società di mercato (e a sfavore delle donne). La legge di mercato si impone nel campo della seduzione e nella relazione fra i sessi, e in una società di mercato si cerca prima di tutto il profitto. Si consuma oppure si viene ‘consumati’, cercando di trarne utilità. Il miglior prodotto al miglior prezzo. In tutti i frangenti, compreso quello seduttivo”.

Ripensare ora ai genitori giapponesi fa un po’ meno ridere, non è così? Ma come è stato possibile arrivare fino a qui? Quando le cose hanno cominciato ad andare in cortocircuito?


© Depositphotos

Le origini del cortocircuito

Brignoli mette l’accento sulle ondate femministe e l’entrata preponderante nel nostro quotidiano delle nuove tecnologie, le quali indubbiamente avvicinano fino all’inverosimile gli individui, ma contemporaneamente creano barriere interpersonali potentissime e invisibili: “La trasformazione dei codici relazionali, l’emancipazione femminile da una parte e l’esplosione delle nuove tecnologie dall’altra. Queste due grandi rivoluzioni della fine del XX secolo e l’inizio del XXI hanno provocato uno sconvolgimento delle relazioni uomo-donna senza precedenti, hanno distrutto tutto ciò a cui ci si riferiva nel passato e indotto uno smarrimento e una confusione tali che praticamente tutti se ne lamentano”.

A queste considerazioni è necessario però aggiungere altri elementi chiave, quali la secolarizzazione della società, in particolare occidentale, e quindi l’allontanamento (benché in molti frangenti salvifico) dai precetti dogmatici e severi della Chiesa e l’abbraccio senza riserve del consumismo più sfrenato, deriva insidiosa del sistema capitalista.

In un articolo dell’autorevole settimanale britannico The Economist, pubblicato l’estate scorsa, si sottolineava un altro aspetto non meno importante: l’infantilizzazione delle nuove generazioni nel mondo occidentale.

Eterni adulti-bambini

Con il titolo Is Western culture stopping people from growing up? Kidults are all around you (la cultura occidentale sta impedendo alle persone di crescere? Gli adulti-bambini vi circondano?), l’analisi si concentrava su una società (la nostra) che non sprona l’individuo a crescere, a prendersi le proprie responsabilità, lasciandolo in un limbo di “bambocciaggine” eterna e confermando così l’estrema immaturità dei giovani rispetto alle generazioni precedenti. Quando si resta bambini, nonostante i 40 o i 50 anni, è inevitabile che anche le nostre relazioni rimangano amorfe, puerili e fluide.

Ritrovare la strada

La soluzione? Forse una parola vecchia: educazione, quella emotiva, sentimentale, quella spiegata molto bene dal filosofo svizzero di fama internazionale Alain de Botton, di cui si potrebbe consigliare qualsiasi opera per l’immediatezza e la lucidità di pensiero, ma in questo caso specifico il libro più appropriato sarebbe Un’educazione emotiva, pubblicato in italiano dalla casa editrice Guanda nel 2020. De Botton propone idee e riflessioni sull’abilità emotiva, come coltivarla, attraverso quali ingranaggi, come esercitarsi, a qualsiasi età, a diventare adulti consapevoli.

Quando non si sa e ci si sente impreparati e smarriti è tempo di cercare delle risposte. I filosofi e la filosofia servono anche a questo, a ritrovare la strada e a ripensare alle relazioni sentimentali in modo più sano.

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