Ti-Press: quando lo scatto è al centro della notizia

Che cosa significa catturare per immagini l’essenza e i cambiamenti della nostra società? Francesca, Davide e il loro team lo fanno da oltre 20 anni…

Di Cristina Pinho

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione

Nella sua forma di agenzia, che dal 2000 si è dotata di un team di fotoreporter, Ti-Press lo scorso anno ha compiuto vent’anni. Diventata la maggiore realtà legata alla fotografia giornalistica e d’attualità del cantone, ad oggi sono complessivamente 28 gli anni vissuti con uno sguardo attento sulla Svizzera e sul Ticino. Un’esperienza professionale e di vita che ci raccontano i suoi fondatori.

Raccontare per immagini gli eventi, le persone e i luoghi del territorio, cercando ogni volta di catturarne l’essenza e di indurre interesse e curiosità in chi osserva. E al contempo tenere traccia del mondo che cambia. È il lavoro svolto quotidianamente dal team dell’agenzia fotografica Ti-Press, che negli anni ha realizzato una vastissima galleria di testimonianze – dalla vita politica a quella culturale, dallo sport alla cronaca – su ciò che è stato realizzato nel cantone e quanto è andato perso, immortalando le tracce e i volti dei suoi protagonisti più noti, come le storie di gente comune. Sono circa 350mila le immagini finora digitalizzate e catalogate che compongono un archivio online in costante crescita e a consultazione libera, di cui si avvalgono giorno dopo giorno diversi media, e che mostra un importante spaccato di storia della nostra società degli ultimi due decenni.
A partire dai loro esordi, Davide e Francesca Agosta hanno visto trasformarsi non solo la realtà circostante, ma anche la professione di fotoreporter. “Ho iniziato con un rullino in bianco e nero, gli acidi e la camera oscura – ricorda Francesca –. Poi sono passata al film a colori e nel frattempo sono arrivate altre attrezzature per sviluppare il negativo. In seguito c’è stato l’avvento del digitale e da un certo punto in poi abbiamo iniziato anche a produrre video, anche con tecnica 360 gradi, portando di fatto l’agenzia a un livello multimediale”. Con l’evolversi della tecnologia e la diffusione dei portali di notizie su Internet, il mestiere si è dovuto adeguare alla legge dell’immediatezza. “Che sia il taglio di un nastro o un gol, ora le foto devono essere trasmesse in tempo reale dal luogo dell’evento alla redazione – spiega Davide –. È tutto molto più veloce, compresa la fruizione che spesso avviene su piccoli supporti. Il web è un po’ un fast food dell’immagine. Ci sono anche dei vantaggi, ad esempio online si possono caricare molte più foto per illustrare le varie sequenze di un evento. Io però sono dell’idea che l’immagine associata alla notizia debba essere una sola. E poi pubblicare su un giornale o una rivista cartacea dà molta più soddisfazione perché è qualcosa che rimane e che valorizza meglio il lavoro. D’altronde anche la gente percepisce ancora in modo forte il fatto di ‘finire sul giornale’”.


Il team: da sinistra, Pablo Gianinazzi, Alessandro Crinari, Davide Agosta, Francesca Agosta, Elia Bianchi, Benedetto Galli, Attilia Agosta e Samuel Golay.

Tra responsabilità e censura

Nell’attuale panorama in cui quasi tutti dispongono di un telefonino con fotocamera e in cui la produzione e diffusione di immagini sfugge spesso al controllo, è mutato anche l’approccio del fotoreporter con le persone. “Una volta, quando andavamo agli eventi pubblici, potevamo fotografare tutti liberamente – dice Francesca –. Ora invece c’è più diffidenza ed è fondamentale chiedere il consenso. Serve molta accortezza non solo per i servizi più delicati come un processo, una manifestazione o il primo giorno di scuola, ma anche per quelli più leggeri come sagre o premiazioni. Dobbiamo sempre essere in grado di leggere il contesto e porci la domanda su come determinare una visione aderente al reale rispettando le varie sensibilità”.
Una responsabilità il cui peso, durante la pandemia, si è fatto sentire con particolare intensità. “Con l’arrivo del virus ci siamo trovati confrontati con una situazione anomala in quanto avevamo il compito di documentare qualcosa in cui eravamo immersi anche noi, con tutte le implicazioni emotive del caso – racconta Davide –. Inoltre dovevamo affrontare un tema sul quale era concentrata la completa attenzione di tutta la popolazione. Le immagini che abbiamo scattato alla Carità di Locarno, che è stato il primo ospedale Covid in Svizzera, erano le prime a livello nazionale di questo tipo. La difficoltà stava nel mostrare la drammaticità della situazione senza invadere la sfera intima di chi era coinvolto e senza urtare l’opinione pubblica. Per questo una parte di quel primo reportage, che riguardava chi non ce l’aveva fatta, è stata censurata. Non c’era nulla di cruento, non si vedeva in modo diretto la morte, ma la si percepiva fortemente attraverso le pareti dell’obitorio, il personale vestito di bianco e mascherato, i sacchi per i corpi. Il problema non erano tanto le foto di per sé, fatte con grande tatto, quanto il riferimento alle conseguenze più spaventose di una situazione che in quel momento stava sconvolgendo tutti”.

Creatività, preparazione e passione

Tra i paletti di quella che è la deontologia professionale e della sensibilità che sta alla base della linea editoriale di Ti-Press – sottolinea Davide – c’è grande spazio per la creatività dei singoli fotografi in un mestiere che è anche ad alto contenuto artistico. Come evidenzia Francesca però non basta arrivare sul posto e scattare seguendo il proprio estro. “Innanzitutto serve grande capacità di sintesi, e poi ci si deve preparare e informare adeguatamente. Se ad esempio c’è un cambio di comitato bisogna individuare già prima le persone coinvolte, curarne i gesti e le espressioni, perché la miglior foto magari non è quella della stretta di mano ufficiale. È necessario anticipare, prevedere, puntare l’obiettivo verso il posto giusto al momento giusto, e capita che talvolta l’attimo sfugga. Sono sempre molti gli aspetti di cui tener conto, ma è proprio questo mix a rendere il mestiere molto vivace e diversificato.
Per come la vedo io è un bellissimo gioco serio. Ma è anche un lavoro che si fa bene solo se si è motivati, perché gli orari non sono certo da ufficio, e servono molta flessibilità e dedizione. Nel nostro team nutriamo tutti una grande passione; da questo punto di vista sono anni sicuramente impegnativi ma anche molto fortunati. In passato abbiamo pure preso in formazione quattro apprendisti ed è un’esperienza che in futuro ci piacerebbe rifare perché trasmettere alle nuove generazioni questa straordinaria professione è qualcosa che ci rende molto orgogliosi”.

IL REPOERTAGE – TI-PRESS: UNA STORIA LUNGA 21 IMMAGINI


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Bellinzona aprile 1995. Insediamento Consiglio di Stato. Il neoeletto Marco Borradori coi genitori Claudia ed Elio nella sala del Gran Consiglio. © Davide Agosta


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Bellinzona aprile 1995. Insediamento e giuramento del nuovo Consiglio di Stato: da sinistra i consiglieri di Stato Marina Masoni e Pietro Martinelli, Giuseppe Buffi, Alex Pedrazzini (deceduto pochi giorni fa) e Marco Borradori. © Davide Agosta


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Mendrisio ottobre 1996. Mario Botta tiene la sua prima lezione agli studenti del suo corso universitario negli spazi dell’Accademia di architettura. © Davide Agosta


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Diga del Luzzone luglio 1999. Un giovane arrampicatore raggiunge l’ultimo appiglio della nuova spettacolare pista d’arrampicata artificiale lunga 165 metri. © Francesca Agosta SWISS PRESS PHOTO 1999 Secondo premio categoria ‘Sport’.


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Locarno ottobre 2000. Piazza Grande completamente allagata dalle acque del Verbano. Una buona occasione per praticare del windsurf… © Samuel Golay


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Lugano giugno 2001. Processo Verda – Cuomo (Ticinogate). Nella foto uno dei due imputati, Gerardo Cuomo, scortato da un agente di polizia. © Gabriele Putzu


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Chiasso luglio 2001. Manifestazione in piazza e blocco della dogana italosvizzera dei giovani anti globalizzazione e vertice G8. Attivisti bloccati alla frontiera di Chiasso-Strada dagli agenti della polizia di Stato italiana manifestano a modo loro. © Davide Agosta


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Airolo ottobre 2001. Incidente e incendio nella galleria del San Gottardo. Così si presenta l’interno della galleria con i resti carbonizzati di alcuni dei veicoli coinvolti nell’incidente. La tragedia – avvenuta il 24 ottobre alle ore 9.39 – portò alla morte di 11 persone e alla chiusura per circa due mesi del traforo. Un evento entrato nella memoria collettiva e del quale quest’anno ricorre il ventennale. © Gabriele Putzu


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Belgrado (Serbia) settembre 2001. Visita della procuratrice capo del Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia Carla Del Ponte a Belgrado. © Gabriele Putzu


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Leggia giugno 2003. Retata anticanapa. Un agente della Polizia cantonale grigionese intento a strappare le piantine di una coltivazione all’aperto. © Samuel Golay


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Lugano febbraio 2008. Un momento dello spettacolo ‘La Famiglia Dimitri’. Il Clown Dimitri (in basso) coi figli Masha, Nina e David, artisti specialisti della danza sul filo. Lo spettacolo fu la realizzazione di un vecchio sogno del grande clown. © Francesca Agosta


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Bellinzona marzo 2008. Crisi alle Officine FFS di Bellinzona. Gli operai applaudono all’annuncio della continuazione dello sciopero. © Carlo Reguzzi


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Rancate settembre 2009. Campionati Mondiali di ciclismo su strada, cronometro uomini élite. Il vincitore della gara, lo svizzero Fabian Cancellara, in un passaggio sulla salita della Rossa. © Gabriele Putzu PREMIO ATG 2010 Primo premio categoria ‘Sport’.


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Monte Carasso settembre 2010. Matrimonio dell’ex Miss Svizzera 2006 Christa Rigozzi con Giovanni Marchese. All’uscita dalla chiesa la neosposa baciata dalla nonna (dello sposo) Rosalina. © Samuel Golay PREMIO ATG 2010 Primo premio categoria ‘Cronaca’.


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Sedrun ottobre 2010. Caduta dell’ultimo diaframma alla galleria ferroviaria di base AlpTransit del San Gottardo e la gioia dei minatori sotto la grande fresa. © Samuel Golay SWISS PRESS PHOTO 2011 Primo premio categoria ‘Attualità’.


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Bienne maggio 2015. Campionato Challenge League, FC Bienne – FC Lugano. Esultanza per la promozione in Super League con il capitano Antoine Rey portato in trionfo dai tifosi. © Samuel Golay


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Magadino novembre 2015. Esondazione del Verbano. Un’azienda agricola nei pressi dell’Aeroporto di Magadino completamente circondata dall’acqua esondata dal Lago di Locarno. © Gabriele Putzu SWISS PRESS PHOTO 2015 Terzo premio categoria ‘Attualità’.


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Losone aprile 2016. Visita della consigliera di Stato Simonetta Sommaruga al Centro per richiedenti l’asilo della Confederazione. Due richiedenti l’asilo le porgono un omaggio. © Samuel Golay PREMIO ATG 2017 Primo premio categoria ‘Cronaca’.


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Berna settembre 2017. Il nuovo consigliere federale ticinese Ignazio Cassis saluta poco dopo la sua elezione. © Gabriele Putzu


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Bignasco settembre 2019. Ghiacciaio del Basodino. Misurazioni di arretramento del ghiacciaio da parte del Cantone. Mattia Soldati (forestale e responsabile ghiacciai) al lavoro sul fronte della lingua di ghiaccio. Il Basodino arretra annualmente fra gli 8 e i 10 metri. © Francesca Agosta


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Locarno marzo 2020. Ospedale Regionale di Locarno EOC, La Carità, il primo ospedale Covid-19 in Svizzera. Un paziente con tracheotomia viene fatto sedere nel reparto di Cure intensive. © Pablo Gianinazzi SWISS PRESS PHOTO 2020 Primo premio categoria ‘Attualità’.

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