Dai che passa, l’importante è non mollare

Anche sotto Natale, la società si divide: chi all’eccitazione delle feste non resiste, chi fa buon viso e mangia… e poi quelli che bene bene non stanno

Di Red.Ticino7

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

“A Natale? Ah, io di solito lavoro, non prendo vacanza. In giro non trovi nessuno, fai colazione al bar e pranzi senza tanto stress. Chi ha famiglia e figli ha già i propri impegni, in ufficio sono tutti più tranquilli e la Befana è lontana. Cosa vuoi di più…?”. Insomma, per il povero Luciano – che le vacanze preferisce conservarle per stare al caldo nella sua pensione ‘vista mare’ sul Tirreno –, quando l’altro giorno gli hanno comunicato che la sua azienda (causa forza maggiore) questo inverno chiude per ferie, è stata come una doccia gelata. Lui, che con le ore e gli straordinari sta sempre attento e di giorni da recuperare non ne ha, adesso gli tocca farsi 15 giorni nel bel mezzo dell’inverno. “Eh, dai, cosa vuoi che sia”, gli hanno detto: se proprio non ti va di noleggiarti un paio di ciaspole e andare per neve, cercati una vacanza al caldo. Tipo l’Egitto. Ma Luciano non se la sente di fare sub in villaggi turistici ‘tutto incluso’, con gente che ti parla in inglese. Nel solco di una depressione pre-festività, ha così scoperto che la tristezza sotto Natale ha pure un nome (inglese, naturalmente): ‘Christmas Blues’. Ne parlava laRegione lo scorso 21 dicembre; un mix di ansia e malinconia generato dal marasma di parenti mordi-e-fuggi, cene, sorrisi forzati e ritmi inabituali. Luciano sa che deve tenere duro e inventarsi qualcosa da fare. In attesa che tutto passi. Due settimane, che vuoi che siano…

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