La scelta del ‘profilo basso’

ʻPiù piccola è la mente più grande è la presunzioneʼ. Esopo aveva ragione, si sa

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato settimanale de laRegione

L’amico Paolo fa il suo lavoro e cerca di farlo meglio che può. Conta gli anni che lo porteranno alla pensione, perché a volte è stanco di giornate diventate troppo lunghe per le sue gambe e in balia dell’insicurezza (anche occupazionale). Ma sa che prima del riposo di mesi ne mancano ancora parecchi, forse una trentina. Paolo non è un quadro aziendale e per alcuni forse non è nemmeno insostituibile, ma lui conosce bene il suo mestiere e se c’è una cosa che non sopporta è il disordine. E infatti maledice (sottovoce, va da sé) quelli che buttano le cose di qua e di là, tanto poi ci pensano gli altri a dare loro un senso (un vero classico, non c’è che dire). Non essendo più un ragazzino, Paolo è un convinto sostenitore di quello che in italiano traduciamo con “tenere un profilo basso” (dall’inglese to keep a low profile, ovvero evitare di fare cose che potrebbero portare gli altri a notarti). Ma la timidezza c’entra poco, qui. “Fra tutte le debolezze, la più pericolosa è l’eccessiva paura di apparire deboli”, scrisse nel XVII secolo il vescovo francese Jacques-Benigne Bossuet. Se Paolo sia un buon cristiano non lo so, e sulla virtù dell’umiltà forse non saprebbe aggiungere molto. Di certo la applica alla perfezione e in piena coscienza; la stessa che contraddistingue gli umili e che caratterizza anche i ‘marginali’. Per saperne di più, dedicate qualche minuto al contributo di Sara Rossi Guidicelli apparso nella nostra edizione di sabato 22 gennaio. Buona lettura.

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