2011: dieci anni da ‘El Camino’ dei The Black Keys

Sono solo in due, e con un’intelligenza musicale sopra la norma. La dimostrazione che gli americani il rock non solo lo hanno inventato, ma lo sanno pure suonare

Di Jacopo Scarinci

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione

La summa di un percorso. Il duo dell’Ohio dieci anni fa mise sul mercato una specie di best of di quanto li portò a far musica e noi ad ascoltarla. “Lonely Boy” scalò le classifiche facendo ascoltare con spavalderia e un gran tiro il rock ’n roll anni Sessanta adattato ai cinquant’anni che seguirono. “Gold on the Ceiling” riprende invece il rock anni Settanta piazzandoci a fianco un magistrale synth e una voce filtrata per portare i cinquantenni a rimpiangere i bei tempi e i giovani a trovare una nuova via d’accesso. “Little Black Submarines” è l’intimità e il miglior cantato del disco (forse della loro carriera) e momento più alto di ispirazione compositiva, con un crescendo irresistibile e romantico, impetuoso e tenero, con il brano a cambiare letteralmente faccia esattamente a metà con un rullante spellato e canto e controcanto a inseguirsi creando un motivo valido anche da solo ad acquistare il disco.

FORMAZIONE
Dan Auerbach – voce, chitarra, basso, piano, organo, tastiere, sintetizzatore
Patrick Carney – batteria, percussioni

DISCOGRAFIA
Album in studio ufficiali
2002 – The Big Come Up
2003 – Thickfreakness
2004 – Rubber Factory
2006 – Magic Potion
2008 – Attack & Release
2010 – Brothers
2011 – El Camino
2014 – Turn Blue
2019 – Let’s Rock
2021 – Delta Kream

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