Nonsense. Quando il significato va cercato altrove
“Abbasso le mappe con rotte, con tappe, / Con terre color verde scuro! / Ci piace la nostra che solo ci mostra / Un nulla vuotissimo e puro!”. Sì, ma lo Squarlo dov’è?
Di Sara Rossi Guidicelli
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione.
Come si caccia lo Squarlo
Daniela Almansi sposata Del Monte, nata a Londra, cresciuta in Ticino, sposata a Venezia, golosa di olive, tartufo e salmone, figlia di illustri professori, prometteva una brillante carriera nelle nobili arti, ma. Nelle storie c’è sempre un ma.
Di Alice e Lewis Carroll ella s’innamorò. Trascorse l’infanzia a imitare il Brucaliffo, a declamare Humpty Dumpty e la sua cricca. Non smise mai, a dire il vero. Sul fatto che alla fine Alice si sveglia dal sogno, essa non vuole ricordarsi: “Cerco di dimenticarmelo”, afferma chiudendo gli occhi. E, in effetti, dimenticossi.
La giovane Almansi partì per Ginevra, Mosca, Londra, San Pietroburgo, Oxford dove studiò prevalentemente favolette. Nelle aule universitarie e le biblioteche era famosa per leggere ad alta voce, ridere e apprezzare rumorosamente i testi che studiava. Ella infatti finì quasi subito nel vortice delle filastrocche, giochi di parole e altri versi dal senso perso. Nonsense, per capirci. Quello che le enciclopedie definiscono “di impossibile traduzione”. E la nostra amica, che cosa fece? Decise esattamente di campare, e scampare, proprio di traduzioni poetiche con derive insensate. A sua difesa tuttavia possiamo dire che si occupa anche di romanzi, pièces di teatro, poesie e saggi. Ma, si affretta subito Almansi a precisare: “Bellissimo tutto, però il nonsense fa più ridere”. La sua famiglia ancora sospira – anche se in qualche modo ammira – il suo disprezzo per la stabilità, i conti risparmio e l’organizzazione delle sue giornate. Testimoni affidabili raccontano che alla domanda “perché viviamo?” , la traduttrice risponde con le parole della Traviata “libiamo, godiamo, la tazza, la tazza eccetera”.
E così, da una dozzina d’anni ormai, Daniela Almansi conduce la sua vita accanto a un canale veneziano dalle parti dell’Arsenale e dei Giardini, in compagnia del marito (considerato un potente Mago), due gatte e un’inseparabile macchina da cucire. Il libro di cui stiamo parlando nasce proprio dentro alla loro umile dimora, più o meno in tempi di pandemia mondiale, quando la nostra traduttrice tornò all’infantile amore per Lewis Carroll e in particolare per il suo poemetto umoristico The Hunting of the Snark (diventato poi Squarlo per opera della nostra). Così ella presenta la storia: un viaggio impossibile, compiuto da una ciurma improbabile, sulle tracce di una creatura introvabile. Scritto in inglese e in qualche parola inventata, Daniela si getta nell’impresa di riprodurlo in italiano dicendo (parole sue): “Tutto potevo trasformare tranne due cose: la metrica del poema e le iniziali dei personaggi”. Assicuriamo il gentile lettore che anche la storia, per quanto vaga e allucinante, è rimasta la stessa. Per rendersi meglio conto se questa “inviolabile metrica” galoppasse al ritmo giusto, la traduttrice Daniela Almansi leggeva ad alta voce i suoi versi alle gatte, le quali fuggivano spaventate.
Daniela Almansi ritratta da Paolo Ventrice.
La cacciasquarlo: vita e fatica di una squarciacarroll
(filastrocca scritta a quattro mani da Sara Rossi Guidicelli con Daniela Almansi, traduttrice di nonsense).
Daniela Almansi, gran specchiatrice,
dice e non dice. Insomma traduce.
Fila la strocca, smonta e rifa.
Zappa la lingua, è verità.
Come Caronte, il mostro-ponte:
porta trasporta, rimesta e traversa.
Ecco: l’Almansi i versi riversa.
Cresce in Ticino riflessa nel lago,
vive a Venezia, sposa di un Mago.
Leggere Carroll la rende felice:
fin da bambina si nutre d’Alice.
Di fare nonsense si sente prudere:
“Ché senza ridere, diventi un rudere”.
Io che l’ascolto borbotto tra me:
“Ma questo nonsense, perbacco, cos’è?”.
“Dicansi nonsense”, risponde l’Almansi,
“giochi, storielle, poemi, romanzi,
e scherzi verbali (almeno lo penso)
dove la forma prevale sul senso.
Ciò non significa, tienilo a mente,
che i testi nonsense non voglian dir niente…
Ma ogni parola è un pezzetto di Lego
con cui giocare, non so se mi spiego”.
“Tradurre Nonsense”, sospira l’amica,
“quanto è difficile! Quanta fatica!
Però che spasso, non posso negarlo…”
(Infatti ha tradotto La caccia allo Squarlo:
Ciurma improbabile,
caccia impossibile
a un mostro instabile
e inconcepibile,
di Lewis Carroll poema superbo
da poco uscito con Orecchio Acerbo,
tutto illustrato con l’abile mano
di Peter Newell e di Cinzia Ghigliano).
La confusione, ascoltandola, cresce:
“Cos’è uno Squarlo? Una specie di pesce?”
“Ma no!” , l’Almansi risponde con sdegno.
“Or te lo spiego per filo e per segno.
Dicasi Squarlo…” ed ecco che parla
e che parla e che parla… non riesco
a fermarla!
“Fermati, Almansi, più ciarle non reggo…
Se ho qualche dubbio semmai me lo leggo”.
(una coproduzione Rossi-Almansi Guidicelli-Del Monte)
Illustrazione tratta da ‘La caccia allo Squarlo’ di Lewis Carroll, Orecchio Acerbo, 2021
Come riconoscere uno Squarlo
(da La caccia allo Squarlo di Lewis Carroll).
Il Capitano spiega al suo equipaggio
come riconoscere lo Squarlo che vanno cercando:
Procedo con ordine e inizio dal gusto –
Croccante, ma concavo e stretto:
Sa un po’ di cappotto che strizza sul busto
Oppure di fuoco folletto.
Si sveglia assai tardi, quel gran dormiglione…
E ha modi davvero un po’ strani…
Pensate: a merenda lui fa colazione,
E cena la fa l’indomani.
Due segni abbiamo detto, passiamo ora al terzo:
È lento a capir le battute.
Sospira depresso sentendo uno scherzo
E il fatto tristezza gli incute.
Per quarto, lo Squarlo ha una grande passione:
Cabine da bagno a rotelle.
Sostiene (ma in pochi gli danno ragione)
Che rendan le spiagge più belle.
Infine è ambizioso. Ed ora conviene
Distinguer ciascuna famiglia:
C’è quello che morde ed è pieno di pennellate
E quello che ha i baffi e artiglia.
La mappa e il Capitano
(da La caccia allo Squarlo di Lewis Carroll).
Il buon Capitano era molto apprezzato
Da tutti i compagni di caccia:
Com’era solenne! Com’era sensato!
Bastava guardargli la faccia!
Aveva comprato una mappa marina
Che a tutti moltissimo piacque:
Quel semplice foglio di carta azzurrina
Mostrava soltanto le acque.
…
Abbasso le mappe con rotte, con tappe,
Con terre color verde scuro!
Ci piace la nostra che solo ci mostra
Un nulla vuotissimo e puro!
Illustrazione tratta da ‘La caccia allo Squarlo’ di Lewis Carroll, Orecchio Acerbo, 2021
Manifesto del bambino malandrino
(fanfola di Sara Rossi Guidicelli e di cui solo lei conosce il significato 😉 Perché “ai bambini è importante non dare solo libri ‘educativi’ ma anche divertenti e basta”.
Avucchia vicchia riderino.
Chi viti sarabbi unto riderino?
E bella sì, e bullo no:
saradeddi desi cose po.
Ci li ha straghi o suffecaghi,
cussì cussà, lì no lì ba.
Mamme, mamme, ve rane attorno,
crape bine siribissi al giorno!
Abbassu sussu maestru
non vade de la vongona,
non vole de la cersponna,
uria prensa mica la nonna.
Trache vietatu, sape malatu,
e noie a cadie rime montatu.
Finché a puonto, cave rimonto.
Cape pecché? Nun te sun ne.
Ah, finalmente scilora. Dora dora.
Capre, cepre, simacora.
Ulze susse i tutto clora.
Valdanze tra grandasse lunezzora.
Lanciavicchio lancicchio.
Chi viti sarabbi unto riderino?
Regulazzi addio,
pe drago bampino.
Illustrazione tratta da ‘La caccia allo Squarlo’ di Lewis Carroll, Orecchio Acerbo, 2021
IL LIBRO
La caccia allo Squarlo
di Lewis Carroll
Traduzione di Daniela Almansi; illustrazioni di Peter Newell e Cinzia Ghigliano; Casa editrice Orecchio Acerbo, gennaio 2021
Guidati dalla mappa che il Capitano tiene come preziosa, ma che raffigura al suo interno solo l’azzurro dell’oceano, l’insolito equipaggio approda in una terra strana in cerca del temibile Squarlo. Un Castoro, un Contabile, un Cassiere, un Cucicappucci, un Cuoco e un Carnefice di soli castori si mettono in cerca del temibile Squarlo, che potrebbe rivelarsi ancora più pericoloso se appartenesse alla specie dei Cuggi. Spetta al Cuoco la fortuna, si fa per dire, di incrociare lo Squarlo, perché ahimè proprio di un Cuggio si tratta. Così nel nulla finisce il cuoco e una delle cacce più esilaranti della letteratura classica, qui magnificamente tradotta in rima da Daniela Almansi che dei giochi di parole e dei nonsense di Carroll fa le sue armi segrete.