Siamo sempre, le solite, scimmie

LʼHomo sapiens cerca un nuovo salto evolutivo. La tecnologia lo aiuta, ma non è detto basterà

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo l’editoriale apparso su Ticino7, allegato a laRegione.

Passare dall’Uomo di Neanderthal agli occhi digitali che tutto registrano e riconoscono è meno complicato di quel che potrebbe apparire. Al centro ci siamo sempre noi, 50mila anni (a spanne) di civilizzazione e un sentiero fatto di processi evolutivi, traguardi manuali e scientifici. Anche se poi ci ritroviamo, ancora oggi, a tentare di spiegare la questione delle razze e quella del colore della pelle. E dove dovrebbero starsene senza creare casini questi e quelli. Comodo pensare che migrazioni bibliche e catastrofi umanitarie – di ieri, di adesso – non dipendano da noi. O che la macchia del ‘peccato originale’ costringa solo alcuni alla fuga terrena (e altri no).
Pochi giorni fa nel South Carolina, vista la penuria di sostanze consone, è stata reintrodotta la pena capitale con fucilazione. Come Kubrick insegna, la differenza tra un osso brandito a mo’ di clava e un’arma da fuoco non è poi grande cosa: la tentazione di risolvere le questioni con l’accetta e velocemente rimane la stessa. Anche perché il Grande Occhio che oggi ci osserva non dà giudizi etici e morali. Non ancora.

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