Gesti con le dita, ma di cortesia

Salutarsi fra motociclisti è un atto di rispetto e condivisione. Forse l’ultimo baluardo della cavalleria medievale?

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo l’editoriale apparso sabato su Ticino7, allegato a laRegione.

Mi racconta Sarah, una collega, qui al giornale: “Trent’anni fa mio papà mi portava a fare dei giretti in moto. Ogni motociclista che ci incrociava salutava… Inutile dire quanto fossi gasata del fatto che ci salutassero tutti! La prima volta che è successo, una volta tornati a casa ho raccontato tutto a mia mamma (non motociclista) di quanto fosse figo il papi perché lo salutavano tutti! (La storia che si scambiano un saluto con la mano a prescindere l’ho capita dopo). Comunque non tutti lo fanno; anche tra i motociclisti ci sono gli schizzinosi… ma se hai una bella motocicletta ti salutano pure loro. E anche gli automobilisti: al semaforo tirano giù il finestrino e attaccano bottone…”. 
Pare che il famoso gesto che si fanno i motociclisti sia nato negli anni Settanta. Negli Stati Uniti, e dove sennò. Con due dita della mano sinistra si forma una V; oppure si alza il piede o la gamba destra e le mani rimangono sul manubrio, per esempio in fase di sorpasso. Le dita a V sarebbero da intendere come un segno di rispetto (reciproco) per chi ha la stessa passione. Un rituale che all’inizio dei tempi era diffuso tra chi guidava le Harley (e spesso si trattava di reduci del Vietnam). Altri invece tirano in ballo i cavalieri e le giostre medievali… Un po’ di quel mondo fatto di eroi e di leggende ce lo racconta nelle prossime pagine Emiliano Bos, lui che i miti (e le rovine) della frontiera americana li vede per davvero.

 

 

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