Sanremo è un festival di ricordi (e noi siamo sempre seduti)

È passato un anno dall’ultima kermesse spensierata e inconsapevole. E questa edizione 2021 ci ha trovato di nuovo sul divano. Ancora più stabilmente.

Di Laura (la Ficcanaso)

Pubblichiamo un articolo apparso sabato su Ticino7, allegato a laRegione.

Mi sembra ieri e mi sembra passato un secolo. Mi sembra ieri che i bambini smettevano di andare a scuola per chiudersi in casa, mi sembra passato un secolo da quando bagnarsi le dita con la saliva per aprire un sacchetto al supermercato non era considerato un atto di terrorismo.
Sull’11 Settembre non abbiamo dubbi: una ferita enorme in un giorno e in un’ora precisi, fermarsi è doveroso e soprattutto possibile. Nel disastro in cui siamo sprofondati da un anno a questa parte, invece, tutto è sfilacciato, rimandato alle esperienze e alla coscienza personale. Da giorni ci tocca sorbirci i ricordi di tutti. Li leggiamo annoiati eppure curiosi: in ogni pezzo di storia degli altri c’è un pezzetto anche nostro.
L’anno scorso, di questi tempi, sorprendevo le bambine a parlare tra loro. Erano già a scuola da un pezzo, noi chiusi in casa, il cortile come unico spazio di libertà. “Anna, ci pensi se il virus fosse arrivato prima?”. “Sì, per fortuna è arrivato dopo Sanremo!”. Ho sorriso del loro senso delle priorità, ho postato una frase simpatica che ha fatto ridere molti dei miei amici.
Oggi, mentre siamo ai titoli di coda di un Sanremo che aspettavamo con ansia, guardiamo il nostro TV sorrisi e canzoni, nel tradizionale numero speciale dedicato al festival. In copertina la solita foto con tutti i cantanti insieme e il conduttore al centro. Due pagine della rivista sono dedicate a spiegare che lo scatto è stato realizzato a prova di Covid. Il segreto si chiama fotomontaggio e le bambine si sono appassionate alla tecnica.
Il settimanale in questo momento dell’anno è costellato di riferimenti al protocollo Covid. I cantanti non possono girare per Sanremo, devono restare in hotel prima e dopo le esibizioni, sul palco possono restare vicini solo i gruppi – Måneskin e Stato Sociale i più famosi di questa edizione –, gli altri a rigorosa distanza di sicurezza. Orietta Berti arriva a Sanremo senza suo marito Osvaldo, ha il terrore, non potendo cambiarsi in teatro, che il vestito di GCDS (uno dei brand più giovani del momento) arrivi spiegazzato, evita
i carboidrati da settimane per contenere la pancia.
È passato un anno dall’ultimo Sanremo spensierato e inconsapevole e questa edizione, a lungo in forse, ci trova di nuovo sul divano. Ancora più stabilmente.

 

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