I trucchi del contrassegno
Maledetto il giorno che ti hanno inventata, vignetta ingrata! Ma vedrai, tempo un paio d’anni e ti sistemo io (privacy permettendo).
Di Giancarlo Fornasier
Di etichette è pieno il mondo, soprattutto quelle che è necessario applicare sui veicoli. Ma a quanto pare in Svizzera abbiamo gli adesivi più «temibili» e «impossibili» da togliere del globo intero, il che confermerebbe come la vita a volte ce la complichiamo da soli (anche lì dove varrebbe la pena chinarsi su altro). E pensare che da anni sono pure in commercio kit con tutto il necessario per la loro rimozione: belli, ma certo un notevole spreco di plastiche, solventi e una produzione di rifiuti che fa felice giusto il termovalorizzatore.
Dell’ “annoso” problema della vignetta autostradale (di lei, ahinoi, parliamo) dava per l’ennesima volta notizia giorni fa un sito locale con tanto di testimonianze & trucchi per evitare la distruzione e la sostituzione dell’intero parabrezza a ogni inizio d’anno. Concepito per non essere manipolato – tolto e riposizionato più volte e/o su veicoli diversi – è dal lontano 1985 che abbiamo a che fare con ’sto povero contrassegno.
Nel tempo, in molti hanno sviluppato strategie originali per eliminarlo; trucchi che una volta rimanevano tra le mura domestiche – un po’ come per il ragù fatto in casa –, ma che da anni sono online. Basta entrare in un motore di ricerca e via. Sul fatto poi che sia illegale staccarlo e riattaccarlo (un’operazione in verità assai diffusa), ci sarebbe materiale per una tesi di laurea…
Ma tranquilli, la soluzione a tutti i mali è dietro l’angolo: basterà attendere il 2022 e l’annunciato arrivo della «vignetta elettronica». Anche se qualcuno già avvisa che i problemi potrebbero essere altri e ben più seri di colla e spatola.