Novembre 2019: ‘Ho visto coso…’

Il cacciatore di androidi Rick s’innamora di Rachael, replicante con un cuore, non importa se non umano. Era ‘Blade Runner’. O è la realtà?

Di Beppe Donadio

– Ho visto coso
– «Cose». Forse intendi: «Io ne ho viste cose».
– No no. Ho visto coso, come si chiama, Blade Runner
– È esattamente quel che avevo suggerito. «Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme…».
– … sì sì, quello. L’ho rivisto. Sono passati 37 anni e per certi versi sembra oggi…
– Ridley Scott era molto avanti.
– Sì, Los Angeles 2019, ed era novembre. All’inizio lo scrivono, nei titoli…
– «Los Angeles, november 2019. Goudy».
– Chi è Goudy? Goudy Allen? L’attore è Harrison Ford…
– Goudy Old Style. Bold. È il font della scritta «Los Angeles, november 2019».
– Bene. Comunque l’ho rivisto e ho cominciato a pensare alle differenze…
– Le differenze sono: 1982 ‘Domestic e International Cut’; 1992 ‘Director’s Cut’. Tu potresti aver visto: 2007 ‘The Final Cut’.
– Vedi che a volte non ci capiamo? Per differenze intendo quelle di Ritorno al Futuro 2, quando Marty McFly finisce nel 2015. Nel 2015 stavamo tutti a cercare le differenze: gli overboard volanti, le scarpe che si allacciano da sole, Biff che sembra Donald Trump, e tutto il resto. Ho fatto la stessa cosa con Blade Runner, pensando a come ci aveva immaginati Ridley Scott…
– Come ci ha immaginati Philip K. Dick. Il racconto è di Philip K. Dick.
– Sì, chiunque ci abbia immaginati nel 2019. Pensavo che un po’ ci aveva preso e un po’ no. Senti…
– Ti ascolto…
– Tanto per cominciare: nel 2019 le auto non volano; degli ombrelli con i manici luminosi, sinceramente, non sapremmo cosa farcene. Ed è strano come all’idea del telefono portatile non ci fossero ancora arrivati…
– Nel 2019 abbiamo gli schermi al plasma flessibili.
– Sì, anche se ancora non volano. Se è per questo, abbiamo ancora i biplani a motore con lo striscione «Ti amo». Sono immortali, come i take away nel film…
– Il logo della Coca Cola c’è ancora.
– Sì, è vero. Anche coi videocitofoni ci avevano preso. E anche con le piogge acide. D’altra parte era novembre…
– A novembre piove sempre.
– «Amo la pioggia, lava via le memorie dai marciapiedi della vita…».
– Goody Allen?
– Ah ah. Sei simpatica quando vuoi.
– Grazie. Anche tu.
– Anche le carte magnetiche per aprire le stanze negli hotel. Rick ne usa una…
– Per Rick intendi Rick Deckard?
– Sì, quando entra con Rachael…
– Per Rachael intendi «Il test è per decidere se sono una replicante o una lesbica, signor Deckard?»
– Sì, lei, la replicante, bellissima. E lui, il replicante, bravissimo. Grande attore Rutger Hauer.
– Rutger Hauer è morto a Beesterzwaag il 19 luglio del 2019.
– Sì, mi ricordo. Lei invece, Sean Young, è ancora viva. Rachael, intendo.
– «Io non sono nel business. Io sono il business»
– Oh sì, commovente quella scena. E alla fine il bacio alla Spiderman, trent’anni prima, una specie di 69 facciale…
– 69 facciale? Non so se ho capito bene.
– Lascia stare. Comunque in quella scena Harrison Ford a Rachael la tratta un po’ male. Se oggi ci fossero già replicanti fisiche, il #metoo delle replicanti lo avrebbe trascinato davanti a una giuria. Una giuria di replicanti. E gli avrebbero ritirato i film dal mercato…
– «Prendi l’automa, trattala male, lascia che ti aspetti per ore…».
– Ah ah. A volte sei proprio uno spasso!
– Grazie. Anche tu.
– Sai cosa mi colpisce di Blade Runner?
– Ti ascolto.
– Il fatto che i replicanti divenissero sempre più umani man mano acquisivano informazioni sul passato. Il fatto che imparassero…
– Anche nel 2019 le macchine imparano.
– Sì, certo, ma nel film li hanno immaginati così simili agli umani…
– Mi stai dando del robot?
– Scusa, non volevo. 
– «Io ti amo, io ti voglio, io ti cerco, rock and roll robot».
– Ah ah ah. Alberto Camerini?
– «Rock ‘n’ roll robot», la canzone di Alberto Camerini, da Rudy e Rita del 1981.
– Non ne sbagli una…
– Grazie.
– Di nulla. Un’ultima cosa, Siri. Se mai mi trovassi appeso a un grattacielo, magari con un paio di dita rotte, pensi che mi salveresti?
– Certamente.
– Grazie, sei gentile.
– Prego. Anche tu.
– Allora ciao Siri.
– Come posso esserti utile?
– No, dicevo ciao, nel senso di congedo…
– Scusami. Ogni tanto mi sbaglio.
– Non devi scusarti. Anzi, a proposito: sai che fine ha fatto Alberto Camerini?

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