Elio Fontana e il motociclismo che fu
Vecchie moto, targhe, pompe di benzina degli anni Cinquanta, latte d’olio. La stanza-museo di Elio Fontana è il santuario del motociclismo che fu
Di Ticino7
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana. Però uscite solo se è proprio necessario!
Vecchie moto, targhe, pompe di benzina degli anni Cinquanta, latte d’olio. La stanza-museo di Elio Fontana è il santuario del motociclismo che fu: quello di quando i piloti correvano con la tuta sporca di grasso e saper smontare il motore contava quanto il «manico» alla guida, per usare un’espressione cara a Elio. Il quale fin da ragazzino si divertiva a smanettare sui motorini: «gli facevo l’assetto sportivo, col manubrio basso…», dice ancora col sorriso dell’adolescente che insegue la sua passione.
Poi quella passione sarebbe diventata uno sport, con una declinazione particolare: la gara in salita. E lì sì che il «manico» conta: «La disciplina consiste nel portare la moto lungo un percorso di montagna che arriva anche a dieci chilometri. Si parte a 30-40 secondi di distanza e si corre contro il cronometro: per cui non hai gli altri piloti dei quali seguire il comportamento, sei da solo e non puoi sbagliare. Ti serve il pieno controllo della moto e un’ottima conoscenza del percorso: anche se hai un paio di cavalli in meno, è quello che fa la differenza».
Conclusa la vita sportiva, Elio si è dedicato a raccogliere i cimeli di quel mondo: moto Suzuki, Yamaha e Bultaco, con telai artigianali costruiti apposta per i grand prix. Ma anche tutto quello che ci girava attorno: le pompe di miscela e carburante, si diceva, ma anche vecchi caschi e cimeli di ogni tipo. Anche chi non è appassionato di moto si perde nella fantasia di quella storia che sa di polvere e ottani. E in quello che rivela del demone – in senso buono – che anima ogni collezionista: «C’è chi colleziona francobolli, chi cremini da caffè… io colleziono queste cose qui».
Una vita a manetta
Elio Fontana, classe 1951, abita a Castel San Pietro. Macellaio e salumiere di formazione, il suo amore per i motori è nato nella prima adolescenza e non è mai scemato. Iniziando a 14 anni dal primo motorino, un Cilo del 1961.
Poi le cose si sono fatte più serie: la prima Suzuki 250 acquistata nel ’69 e poi nel ’71 le prime gare in salita come debuttante, sia in Svizzera francese sia in Ticino Fra le gare più amate si contano la memorabile Mendrisio – Monte Generoso e la Gerra Piano – Medoscio, ma anche la Agno-Iseo.
Con lo sforzo e la dedizione sono arrivati anche gli allori internazionali: dal ’71 all”85 Elio ha partecipato al campionato svizzero e a quello europeo della montagna, che ha vinto nel 1981, dopo il secondo posto dell’anno precedente. Anni nei quali il pilota era anche meccanico, e si muoveva accompagnato dal papà, dal fratello e da qualche amico – in Svizzera e in Europa: Francia, Belgio… Una passione lunga una vita, una dedizione che oggi si è fatta collezione.