A suon di note. Canta: Rossana Taddei
‘Riesco a mantenere un equilibrio interiore e a non sentirmi spaesata’, grazie alla creatività che trasforma ogni suo giorno in qualcosa che ‘le risuona’
Di Natascia Bandecchi
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione
Nata a Montevideo il 19 marzo 1969, vive tra Novazzano e l’Uruguay. Nemmeno a dirlo – ma lo facciamo per chi non la conoscesse – ama la musica. Oltre agli spartiti e alla sua carriera artistica, adora tutto ciò che ha a che fare con il movimento del corpo. Nel 1991 si laurea all’ISEF, Istituto di Educazione Fisica di Montevideo, voleva fare la docente di educazione fisica… ma non è proprio andata così! A proposito di abilità plastiche: da bambina era specializzata in arrampicata sugli alberi, saltare di ramo in ramo eseguendo le prove artistiche inventate. Oggi non si destreggia più di fronda in fronda ma sperimenta la vita attraverso la ricerca del suo equilibrio personale: componendo musica, cantando, meditando, allenandosi a stare nel presente e lavorando a maglia. Le piace molto il purè di patate dolci. Non sopporta le bugie e le ingiustizie.
Una poltrona gialla; la chitarra ben riposta nel suo supporto; profumo di mini-madeleine nell’aria; Mia (la micia) mi annusa sospettosa. E lei, la padrona di casa, mi accoglie con un lungo abbraccio. La sensazione che provo è quella di familiarità, la stessa che mi si accende quando ascolto – non senza commuovermi – la sua ultima canzone ‘Reparación’ in cui una strofa dice, grossomodo: ogni essere umano può dare del suo meglio, e bisogna dare del proprio meglio per amare la vita. Oggi Rossana fa quello che ama, e ama quello che fa ma. La domanda sorge spontanea: per dare (e fare) del proprio meglio bisogna porsi delle mete ambiziose? “Seguo le impronte dei miei genitori, loro per primi non si prefissavano obiettivi troppo lontani o inarrivabili. Le mete esistono, ma sono in armonia con ciò che sento, posso sviluppare e trasformare. Mi sono sempre ascoltata e ho seguito quello che più fluisce con il mio essere”. Ed è proprio quando si accolgono parti di noi che possono avvenire incontri meravigliosi: “Mia mamma cantava tutto il giorno; da lì mi sono accorta che mi veniva facile cantare, era profondamente naturale, non c’era una strategia per raggiungere chissà che cosa”.
Voce
“La tua voce sei tu”, questo intravedo in un post di Rossana che, complice la pandemia e gli effetti che ha avuto sugli eventi dal vivo, non si è persa d’animo e ha canalizzato le sue competenze musicali mettendosi nei panni di chi insegna a maneggiare la voce. “E pensare che quando avevo 25 anni e vivevo in Uruguay mi contattò Natalia Chiarelli (attrice uruguaiana) per chiedermi se le avrei dato lezioni di canto. All’epoca mi sentivo inadeguata e dribblai la sua richiesta alla grande accampando mille scuse. Quando ci ripensai – passò un po’ di tempo e tanto lavoro su di me, tra studio canoro e lezioni di hydrobike impartite – Nadia non era più interessata a far vibrare il suo diaframma cantando. Quel treno era passato ma le sono infinitamente grata ancora oggi: grazie a lei insegno canto e lo adoro”. Le sue allieve – per ora tutte donne, ma sta pensando di formare un coro maschile – le danno la preziosa opportunità di imparare sempre qualcosa di nuovo.
© Ti-Press / Pablo Gianinazzi
Cuore
Un filo invisibile collega l’Uruguay e la Svizzera per Rossana. Casa per lei ha una dimensione in Sudamerica, dove tutto è più passionale e fuori dall’ordinario, e qui dove, al contrario, tutto è più funzionale e si viaggia su binari più organizzati. Il rischio di perdere la bussola da una o dall’altra parte può essere dietro l’angolo vivendo realtà così diverse: “Riesco a mantenere un equilibrio interiore e a non sentirmi spaesata, grazie alla creatività che mi aiuta a trasformare ogni singolo giorno in qualcosa che mi risuona. L’esercizio quotidiano che faccio è quello di porre attenzione a gesti minimi. Per me il segreto è la cura che concentro in quello che faccio, che sia fare musica, scrivere o sferruzzare. Ho capito con il tempo che casa per me è nel cuore e non dove mi trovo fisicamente… anche se, sono affezionatissima sia al Ticino che all’Uruguay”. E qui le si accende un largo sorriso sul viso.
Nota su nota
Con Gustavo Etchenique (parte integrante della sua band ma anche di vita) Rossana ha imbastito un legame artistico – lui è un talentuoso batterista – e una relazione sentimentale. “Quando ci siamo conosciuti stavo registrando ‘Saliendo el Sol’, era il 2004. Gustavo suonava con cantautori pazzeschi in Uruguay e mai mi sarei immaginata che avrebbe fatto parte della mia ‘squadra’. Partimmo in tour in giro per il paese senza accorgerci che stava nascendo un legame che andava oltre la musica. Sono passati 17 anni e siamo ancora qui, l’uno al fianco dell’altra, alimentandoci, sostenendoci e crescendo nota dopo nota suonata”.
© Ti-Press / Pablo Gianinazzi
Gracias hermano
Mentre si chiacchiera, Rossana sorseggia il suo inseparabile mate (infusione di yerba che pure Papa Francesco ama mucho). Ma c’è ancora qualcosa che vorrei aggiungere, non posso congedarmi senza rivolgere un pensiero a suo fratello – che da qualche parte ci guarda da lassù – Claudio Taddei: “Se fosse qui con noi gli direi che lo amo e lo amerò per tutta l’eternità. E poi gli direi semplicemente grazie per tutto quello che abbiamo condiviso insieme, per la musica che ci ha lasciato”. Rossana si ferma come se volesse acchiappare un altro pensiero: “Grazie per l’insegnamento sul coraggio che ha trasmesso a chi ha orbitato nella sua traiettoria. Ha attraversato prove di vita dure ma, nonostante questi ostacoli, è riuscito a trasformare il dolore in forza, donando speranza e riuscendo sempre a esprimere il suo essere nella sua arte”.