Han Sessions, l’arte del coraggio
“Il mio lavoro è in continua evoluzione, è una ricerca sul linguaggio visivo, che mi piace condividere per creare dialoghi e confronti con gli altri”
Di di Keri Gonzato
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, inserto allegato a laRegione
Vive e lavora a Lugano. La sua casa – che è al contempo atelier, luogo espositivo e rifugio – è l’epicentro della sua creatività. Negli ultimi anni ha avviato importanti sinergie con la Cina, partecipando a mostre collettive a Hangzhou e facendo conoscere il design e l’arte cinesi in Ticino. Influenzati dal mondo della grafica, i suoi lavori sfruttano l’uso di diverse discipline e tecniche impiegate per rappresentare luoghi lontani e chi li abita, come finestre su mondi surreali dove l’elemento umano è spesso camuffato da cieli stellati, carte da parati e animali impossibili…
La storia di Han Sessions ci parla del valore dei legami tra culture lontane, tra generazioni, tra individui. Le sue relazioni con il territorio ticinese sono nate dai numerosi interventi artistici a eventi e collaborazioni col mondo della moda e del design. Sin da ragazzino si muove per le strade in skate, portando con sé lo spirito giocoso, sovversivo e ironico (ma anche amichevole e inclusivo) che caratterizza questa scena culturale. Poche settimane fa è tornato dal suo terzo viaggio in Cina, mosso sia da motivazioni intime che dal desiderio di creare un dialogo attraverso l’arte: “Ho anche origini cinesi oltre al nome Han, provengo da una famiglia nella quale tutti e quattro i nonni avevano doppie origini, ma sono nato e cresciuto in Ticino. Mi affascina scoprire tutte le mie origini, di conseguenza anche la storia di tutte le culture”, racconta. Con una rapida ricerca scopro che uno dei significati del nome Han è coraggioso. “Oggi considero come atti di coraggio la scelta di coltivare l’equilibrio in un mondo caotico, la presenza, la sincerità e la gentilezza in un mondo distratto. Ammetto che vivo con un ritmo un po’ rurale, basato sulle stagioni e sulla luce, quando è buio sarebbe ora di dormire, quando cantano i primi volatili è ora d’alzarsi. La sera medito sulla strategia per affrontare il giorno seguente, dunque proietto le mie ambizioni e al risveglio cerco di concretizzarle. Cerco di mangiare sano, poco e spesso, bevo molta acqua e faccio attività motorie, questo mi porta a una sorta di equilibrio, e poi proiettare, donare tanto amore a tutto e a tutti, smisuratamente, questa è una salvezza certa. Trovo più costruttivo e lungimirante mandare un messaggio di fiducia e speranza che esporre i gridi d’aiuto e disperazione. Degli occhiali per vedere il mondo, per me, andrebbero benissimo con la montatura fatta con le margherite di campo, senza lenti, per vederci chiaro”.
@ H.S.
Una filosofia di vita
Dalla Cina con amore
Il suo primo viaggio in Cina è stato nel 2019 e nello stesso anno ne è seguito un secondo. “Grazie al progetto Lugano Bella ho potuto incontrare una cliente cinese che mi ha invitato alle fiere internazionali di artigianato e design di Hangzhou, per esporre le produzioni dal Ticino”. Nel 2020 promuove, con la Città di Lugano – che dal 2006 intrattiene rapporti di collaborazione con Hangzhou con cui oggi è gemellata –, la mostra Made in Time Design Exhibition di Hangzhou e dell’Associazione ticinese artigiani artisti ATiCrea con oggetti unici di 15 designer cinesi creati a partire da materiali tradizionali come seta, bambù e creta. Dopo la pandemia è tornato in Cina, invitato a esporre le sue opere con due artisti italiani nell’ambito di una mostra/asta di arte occidentale in un nuovo complesso prestigioso nel centro di Hangzhou. See more, find more, la mostra curata da Patty Wong e Cheng Sun, ha coinvolto altri tre artisti ticinesi: Francesco Maria Bamba, Martina Casey e Marta Margnetti. Durante questi viaggi Han ha potuto conoscere una piccola porzione di un impero immenso. “Ho avuto l’opportunità di vedere quello che succede e riguarda una singola città, Hangzhou. Che a detta dei cinesi, rimane medio-piccola, e conta circa 12 milioni di persone”, racconta. “Sono cresciuto a Origlio, comune di circa 1’500 abitanti; ora abito a Lugano, circa 60mila abitanti. Con la Cina bisogna fare uno sforzo matematico. Ridimensionarsi, ridimensionare i valori e i volumi su più scale non risulta subito facile”.
Venirsi incontro
Durante una chiacchierata recente con Roberto Manzi, Project Developer presso USI Startup Centre, si parlava del fatto che oggi in Ticino la paura eccessiva dell’essere invasi porti a chiudere le barriere a cervelli e idee di altri Paesi che invece potrebbero dinamizzare il territorio. “Creare un ponte con la Cina, a livello personale, mi confronta con percezioni che altrimenti non potrei vivere”, racconta Han; “creare legami con questa immensa, antica e moderna cultura mi sembra una cosa fondamentale, l’equilibrio globale dipende da tutti e comunicare, imparando gli uni dagli altri, è forse la base per venirsi incontro”. Nella città di Hangzhou Han ha conosciuto una Cina ricca di storia, templi antichi e grattacieli, circondata da colline a picco sul lago Westlake e attraversata dal fiume Qiantang. In Cina ha appreso la potenza del lavorare per uno scopo collettivo in modo concreto, piuttosto che sull’affermazione individuale dell’io come avviene in Occidente. La sua sensibilità poi lo porta a concentrarsi sul piccolo, sull’intimo, su quel dettaglio che abbiamo tutti in comune. “Trovare temi familiari può essere una chiave di comunicazione e intesa. Partendo dalle basi come dormire e mangiare, ovvero dai bisogni primari, siamo tutti d’accordo, da lì si può aprire un dialogo su altre tematiche”. In comune abbiamo il paesaggio di colline e laghi… “Ci sono villaggi dedicati al fungo porcino, con i funghi disegnati sulle pareti delle case, con arrangiamenti culinari curiosi per un ticinese e salsicce che ricordano le nostre luganighette”. Jazz, porcini, cachi e castagne, punti in comune che danno lo slancio a nuove scoperte.
@ H.S.
In Cina, con amore
Questione d’alchimia
“La mia arte è molto varia, in continua evoluzione, mi piace esplorare tecniche diverse, è una ricerca sul linguaggio visivo, che mi piace condividere per creare dialoghi e confronti con gli altri”, racconta portandoci dietro alle quinte delle sue creazioni, “per l’arte faccio molta alchimia, o trasformazione, le basse energie che mi circondano o che possono uscire anche da me, vanno incanalate verso energie alte, questo processo mi è facilitato frequentando la ricchissima natura che mi circonda, o le persone energetiche che posso incontrare. Investo molto tempo nella purificazione, perché non si possono nascondere le vere problematiche che intaccano il territorio, e per restare positivi e produrre arte e linguaggi prosperi, costruttivi servono molte attenzioni a questo processo”. Han crede nel potere dell’intergenerazionalità e nell’importanza di incollare i pezzi che si sono scollati. “Chi perde il contatto con i bambini o con gli anziani, inizia a perdere di vista l’essenza della vita e del suo ruolo. Partecipare a una comunità, una sorta di famiglia, permette di coltivare una coesione preziosa. Io vivo per l’armonia che si ritrova calmando un dente dolente di un bimbo o di un anziano, grazie al trucco trasmesso dagli avi con i chiodi di garofano”.
@ H.S.
Al lavoro