Vietnam. Viaggio nella terra dell’incenso

Ancora oggi, a Quang Phu Cau, a poco più di 30 km dalla capitale vietnamita, si fabbrica artigianalmente incenso, esportato in diversi Paesi del mondo
Di Fabio Polese
Pubblichiamo un contributo apparso su ticino7, allegato a laRegione
In Vietnam “produrre incenso non è solo un lavoro, ma sembra custodire un patrimonio culturale che resiste alla modernità, proteggendo l’anima antica di queste terre”. Ma il suo uso non è una pratica unicamente orientale: “Nel cristianesimo, ad esempio, è utilizzato da secoli durante le liturgie per simboleggiare la preghiera che sale verso il cielo, un’immagine potente che rimanda a quell’idea di ‘ponte’ tra il mondo fisico e quello spirituale”.
Case in costruzione e vaste risaie si alternano lungo la strada che da Hanoi mi porta a Quang Phu Cau, un villaggio a circa 35 chilometri a sud-ovest della capitale, celebre per la produzione artigianale di incensi. Man mano che mi allontano dal centro, il rumore continuo dei clacson e dei motorini diminuisce, lasciando spazio alla routine quotidiana di chi segue ancora i ritmi della campagna. Sul ciglio della strada, alcuni banchetti vendono frutta fresca, altri grigliano carne. Non mancano poi quelli che preparano i tipici bánh mì, panini farciti introdotti durante il periodo coloniale francese, diventati ormai parte integrante della cucina locale.
Canne di bambù a perdita d’occhio
All’arrivo nel villaggio, la mia attenzione si focalizza subito sul gran numero di canne di bambù che vedo ovunque. Sono appoggiate ai muri, stese a terra, accatastate in grandi mucchi lungo le piccole strade che si intrecciano in mezzo alle abitazioni.
© Fabio Polese
Questo mestiere è tramandato di generazione in generazione, salvaguardando un sapere antico
La fabbricazione dell’incenso inizia proprio dal bambù, che viene tagliato con cura in bastoncini sottilissimi e poi colorato di rosso. Il passaggio successivo è la copertura con una pasta realizzata con polveri e collanti naturali, arricchita da essenze aromatiche. Infine vengono esposti all’aria, dove completano l’asciugatura, fissano le fragranze per poi essere pronti all’utilizzo.
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Le principali essenze profumate sono sandalo, agarwood, cannella e anice stellato
«Usiamo legni profumati, erbe e spezie, come il sandalo, l’agarwood, la cannella e l’anice stellato», mi spiega Dang, un anziano signore nato e cresciuto qua, mentre mi mostra alcuni barattoli colmi di polveri naturali. «Il sandalo è il più comune e facilmente reperibile, mentre l’agarwood è il più costoso a causa della sua rarità e dell’intenso profumo», aggiunge.
Continuando a passeggiare per Quang Phu Cau e parlando con alcune signore del villaggio, mi rendo conto che la creazione di incensi, oltre a essere un mestiere che richiede concentrazione e pazienza, rappresenta al tempo stesso un’occasione di condivisione e socialità per l’intero villaggio. Mentre lavorano, le donne si raccontano storie, si confrontano e si sostengono a vicenda, contribuendo a mantenere viva una forte identità comunitaria che resiste alla modernità e protegge l’anima antica di queste terre. «Da piccola osservavo mia madre fare esattamente lo stesso», mi spiega una donna, passandomi un bastoncino pronto per l’asciugatura. «Ora sono io a insegnarlo alle mie figlie e loro avranno il compito di tramandarlo alle prossime generazioni», dice sorridendo.
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La produzione artigianale di incenso è al contempo tradizione e identità per la comunità di Quang Phu Cau
Un legame con i defunti
In Vietnam gli incensi svolgono un ruolo fondamentale nella vita quotidiana e nelle pratiche religiose. Vengono accesi durante le cerimonie di culto degli antenati, una tradizione che ha radici nel confucianesimo e nella credenza dell’esistenza degli spiriti. Offrire incenso sugli altari di famiglia, infatti, simboleggia la continuità del legame con i defunti e mostra rispetto verso i propri predecessori. Non manca poi l’uso per i fedeli buddisti (secondo stime governative pari al 15% della popolazione, ma che in realtà sono molti di più), dove l’accensione degli incensi accompagna le celebrazioni nei templi. L’incenso non è solo una pratica orientale. Il suo impiego attraversa culture e religioni in ogni parte del mondo. Nel cristianesimo, ad esempio, è utilizzato da secoli durante le liturgie per simboleggiare la preghiera che sale verso il cielo, un’immagine che rimanda a quell’idea di “ponte” tra il mondo fisico e quello spirituale, condivisa anche nell’induismo e nel buddismo. In Occidente, al di là delle cerimonie religiose, si è diffuso soprattutto in abbinamento alle pratiche olistiche.
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Un colore intenso e anche un po’ ipnotico
Non è un caso che negli ultimi anni la produzione di incensi in villaggi specializzati come quello di Quang Phu Cau abbia registrato un aumento della domanda sia a livello nazionale che internazionale. E se gran parte dell’export resta concentrata in Asia (soprattutto in Cina, Corea e Thailandia) dove l’uso trova radici culturali simili a quelle vietnamite, l’incremento progressivo verso il resto del mondo è dovuto all’interesse sempre più marcato per le discipline orientali, specialmente per la meditazione e lo yoga.
Focus: yoga
Quest’ultimo, giusto per fare un breve accenno, è una disciplina millenaria nata in India con l’obiettivo di unire corpo, mente e spirito, per vivere in armonia e con consapevolezza. Alla base di questa pratica ci sono vari percorsi e scuole di pensiero, ma uno dei contributi più importanti è attribuito a Patanjali, che è considerato il “padre dello yoga” perché nei suoi Yoga Sutra (testo ritenuto fondamentale per i praticanti) ha sintetizzato gli insegnamenti orali e scritti precedenti, offrendo una struttura chiara e organica di questa disciplina.
© Fabio Polese
Gli incensi, in varie culture (da Oriente a Occidente), fungono da ponte fra la vita terrena e quella ultraterrena
Oggi lo yoga è diffuso in tutto il mondo in svariate forme, da quelle più focalizzate sull’aspetto fisico a quelle più spirituali (e tradizionali), accomunate dal fine di favorire benessere e armonia interiore. Secondo stime fornite da associazioni come la European Yoga Federation e Yoga Alliance, le più riconosciute in quest’ambito a livello europeo e mondiale, le pratiche olistiche in Europa hanno avuto un incremento superiore al 20% nel corso degli ultimi anni. La Svizzera e il Cantone Ticino non fanno eccezione. Il rapporto Sport Svizzera 2020 mostra come lo yoga abbia registrato un notevole aumento a livello nazionale, sia tra i giovani che tra gli adulti. In particolare, l’indagine evidenzia che sempre più persone si sono avvicinate allo yoga come forma di allenamento, di benessere psicofisico, di rilassamento perché alla ricerca di uno stile di vita più sano, anche grazie alla sua adattabilità a diverse fasce d’età e livelli di forma fisica.
“Il fumo dell’incenso che sale verso il cielo e verso le nuvole, eleva il nostro animo e ci distacca dalla concretezza delle cose terrene, dall’insostenibile pesantezza del quotidiano e dei suoi affanni”, scrive Elena Bortolini nel libro Incenso, magie e rituali (Hermes Edizioni). Parole che ricordano come, pur con declinazioni diverse, l’incenso mantenga ovunque una valenza rituale e spirituale, segno tangibile di un legame tra l’umano e il sacro.
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